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Cima Moren m 2418

Questo incredibile Novembre, ci ha regalato una giornata limpida e calda per la nostra salita sulla bella cima Moren. Partiti dalla chiesetta di San Fiorino (m 980) a Borno, con il sentiero 82 abbiamo raggiunto malga Moren, da qui con la traccia 82B abbiamo raggiunto al vetta e ci siamo concessi un po’ di tempo per ammirare lo sconfinato panorama di vette e creste nitidissime.

Per il ritorno si è ripercorsa la stessa via, con una deviazione al lago di Lova e alla sua idilliaca vallata, raggiungendo le vetture con un ripido e sconnesso percorso.

Camminato per circa 15 km in 7 ore con un dislivello totale di 1500 mt.

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Monte Altissimo di Nago m 2076

Partiti da Festa, frazione di Brentonico Tn, abbiamo preso subito un ripido sentiero in un bosco di faggi, traccia 624, che ci a portato al rifugio Brentei (m 1570), costruito con pietre locali ricche di fossili.

Proseguendo sul sentiero 601 a sinistra si raggiunge il monte Varagna (m 1776) con il quale inizia una bellissima sequenza di luminosi panorami dagli intensi colori autunnali in contrasto con il blu del Garda e il bianco delle rocce.

Giunti in prossimità del rifugio Damiano Chiesa, si entra in un notevole sistema difensivo della grande guerra, formato da trincee e gallerie ben conservate e in pochi minuti si raggiunge la sommità del monte Altissimo (m 2079).

Da qui la vista è meravigliosa da ogni lato, con il Baldo a sud, i gruppi dell’Adamello Presanella a ovest e Brenta a nord, malgrado il nostro cuore sebino, dobbiamo inchinarci all’impressionante bellezza della sponda bresciana del lago di Garda.

Nel percorso di ritorno, siamo scesi alla Malga di Campo, raggiungendo la vicina croce sul monte Campo (m 1667) e con un panoramico sentiero raggiunta la malga Campei di sotto, abbiamo ripreso il sentiero iniziale fino alle vetture.

Percorsi 16,5 km in circa 7 ore con dislivello di 1200 m.

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Creste di Concei

Già la strada della valle di Ledro, anticipa un’escursione che non può essere meno che affascinante, ma quanto ci attendeva era di più, con pure il corollario delle ultime stelle alpine.

Raggiunto l’abitato di Lenzumo, abbiamo portato una vettura in prossimità del rifugio Faggio e con le altre abbiamo raggiunto il nostro punto di partenza sotto malga Trat (1450).

Da qui, prima al rifugio Pernici (1600), per una bella strada nel bosco, poi si è iniziato lo stupendo percorso in cresta, con colori autunnali e scorci panoramici indimenticabili.

Lungo il cammino abbiamo valicato il Corno di Pichea (2138), il Monte Tofino (2151), la Bocchetta de Slavazi (2048), la Sella Doss della Torta (2100), il Dos de la Torta (2156), il Monte Gavardina (2047), la Bocca Dell’Ussol (1878) sotto la commovente chiesetta nella grotta difensiva della Grande Guerra, la Sella di Lomar (1600) e da qui siamo scesi al rifugio Faggio.

Percorsi 15,5 km in 6 ore e 20 minuti con dislivello complessivo di 1150 m.

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Passo di Val Baione m 2160

Partiti da Sommaprada, l’intenzione era la Cima Bacchetta, ma giunti all’altopiano e visto il canale già ghiacciato, abbiamo seguito il sentiero 81 per il bivacco Val Baione e da qui il passo di Baione.

Saliti sulla vicina cresta a destra a quota 2220, ci siamo goduti lo splendido sole, il cielo terso blu intenso, la vista della conca di Baione e della Concarena, con lo skyline delle alpi a nord.

Il tranquillo ritorno per la stessa via, con piacevoli soste al bivacco e alla chiesetta di Santa Cristina, percorrendo 10 km in 6 ore con dislivello di 1200 m.

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Ferrata Rio Secco e Rifugio Sauch

Giornata indimenticabile, tempo splendido e compagnia deliziosa, una giornata con diciassette persone così riconcilia con la vita. Ringraziamo Luigi per la squisita cortesia e ospitalità nel suo maso.

La ferrata, tecnicamente molto abbordabile dopo la risistemazione di pochi anni fa, si raggiunge in 20 minuti, partendo dalla località Cadino nel comume di San Michele all’Adige, il percorso risale il greto asciutto del torrente in uno scenario di canyon, pareti scoscese, meravigliosi scorci verso un cielo blu e fronde coloratissime. Terminato il sentiero di uscita, svoltando a destra abbiamo raggiunto il rifugio Sauch, nella sua bellissima collocazione, percorrendo sentieri boschivi a tratti incendiati da colori autunnali vivissimi. È stata una di quelle giornate in cui si ha la sensazione di camminare in un quadro impressionista.

Percorsi 11 km in 06:20 ore con dislivello di 800 m.

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Val Grande e passo di Dombastone 2546

Bella giornata per la lunga e piacevolissima camminata in Val Grande. Partiti da Grano a quota 1300 m abbiamo percorso l’Alta via Camuna, sent. N°2, in un paesaggio costellato dai primi colori autunnali e animato dai bramiti dei cervi in amore, che si mimetizzavano sui fianchi della valle.

Raggiunto il bivacco Saverio Occhi a quota 2047, molto frequentato in questo periodo, per osservare e ascoltare i cervi, siamo saliti a sx fino al passo di Dombastone a 2546 m, che offre magnifico panorama sull’omonima valle e sul passo di Pietrarossa.

Ritornati al bivacco, abbiamo festeggiato con la strepitosa torta alle carote di Antonietta, le nostre dolci amiche ci stanno decisamente viziando e dopo aver osservato e ascoltato un altro pò i cervi, siamo rientrati per lo stesso itinerario.

Percorso 21,5 km in 7:20 ore con dislivello totale di 1250 m.

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Passo della porta e monte Visolo 2369 m

Dopo più rinvii per maltempo, abbiamo affrontato questa gita, ma con dispiacere abbiamo ben poco da raccontare, come si vede nelle foto si è camminato “con la testa fra le nuvole” e siamo stati completamente defraudati dei bellissimi panorami della Presolana.

Naturalmente la giornata è stata piacevolissima per la compagnia, come e più di sempre, perchè da poco tempo si sono aggiunte le simpaticissime amiche della Lega Montagna e la camminata si è conclusa con una insuperabile crostata di Rosa Maria.

Partiti dal centro di Colere, abbiamo raggiunto la ferrata seguendo il 402, dal Passo della porta si è saliti al monte Visolo e da qui lungo il 316 siamo arrivati all’albergo Spampatti in prossimità del passo Presolana, recuperando le vetture lasciate a Colere con l’autostop.

Percorsi 9,4 km in 6:45 ore con dislivello totale di 1470 m.

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Guglielmo 24 set 2015

Ennesima salita di ripiego per maltempo al Guglielmo, ma anche questa volta il nostro monte fuori casa ci ha sorpreso con la sua spettacolarità.

Saliti dalla strada a sinistra del sentiero degli gnomi, passando per malga Casentighe e rif Almici abbiamo raggiunto il Redentore. Da qui percorrendo il bellissimo sentiero delle creste, ci siamo fermati per il picnic alle 13 piante, un antica posta di caccia con 13 faggi secolari, che emana un’atmosfera magica, druidica. Scesi a malga Aguina abbiamo aggirato l’omonoma cima, passando dal roccolo Anessi, un’idea del paradiso per chi si sente parte della natura. Ripresa la sterrata e qualche scorciatoia, siamo ritornati a Zone, percorrendo 17 km in 7 ore e mezzo con dislivello totale di 1350 m.

P.S. Abbiamo trovato molti cartelli indicatori spezzati e gettati a terra, è proprio vero che la mamma dei cretini è sempre incinta.

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Monte Pradella 2626 m

Lunga e piacevole gita sulle Orobie, anche se buona parte della salita l’abbiamo percorsa camminando nella nebbia, che favorisce si il raccoglimento e il silenzioso fascino della montagna, ma ci ha defraudato del magnifico paesaggio, comunque ripagati dalla ricomparsa dell’azzurro in vetta e dalla piacevolissima compagnia delle amiche della Lega Montagna.

Partiti dalla centrale Enel di Valgoglio, in val Sanguigno, con un ripido tratto nel bosco abbiamo superato il rif. Gianpace, proseguendo sulla traccia 362, alla malga Prespone (2097 m), seguendo segnavia bianchi, si costeggia il lago Gelato (2417 m) raggiungendo la vetta a 2626 m.

Discesi dal versante opposto, verso il lago Nero, che dopo il primo tratto attrezzato, si sviluppa in un lungo percorso selvaggio, bel panorama sil lago d’Aviasco, fino alla traccia 267 che ci riporta in val Sanguigno.

Abbiamo percorso 19,5 km in 8 ore e 30 con dislivello complessivo di 1750 m.

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