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Monte Trabucco m 2230

Monte Trabucco (m 2228).

Nel nostro programma invernale, l’ascesa al monte Trabucco fu classificata come una buona ciaspolata, impegnativa ma per tutti. Invece senza neve, la conquista della meta è stata del tutto simile a quella di un’escursione estiva. Di diverso il freddo pungente e i pensieri mandati a quest’inverno così siccitoso. Siamo partiti da Campolaro di Prestine (ore 8:20) seguendo le indicazioni del “Sentiero Irene Gatti”, facilmente individuato e percorribile fino alla meta (ore 10:25). Niente altro da segnalare, se non la caduta della gran croce sommitale per il vento dello scorso ottobre, ma pure  per il deterioramento del legno. Intorno alla quale ci siamo intrattenuti a lungo, per concludere l’escursione a Campolaro (ore 13:20) seguendo lo stesso itinerario. Aggiungiamo una breve nota a proposito della dedica a Irene Gatti del sentiero per il Trabucco. Glielo hanno intitolato i cittadini di Castegnato, riconoscenti per la meritevole opera, da lei svolta, verso gli anziani in difficoltà.

Dislivello positivo: m 900. Distanza percorsa: km 10.5

Durata escursione: ore 5

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Bivacco Linge m 2273

In una bellissima giornata, lasciate le auto al parcheggio di S Apollonia, abbiamo percorso il sentiero 58, che risale la valle delle Messi.

Fino al rifugio Valmalza, è una comoda stradina, poi a proseguire fino al bivacco Linge è un facile sentiero, anche se abbiamo trovato tratti ghiacciati e neve gelata nella parte finale.

Lo spettacolo offerto dalle montagne che chiudono la valle con il passo di Pietrarossa e il tiepido sole nel cielo terso, ci hanno trattenuti più delle nostre abitudini, in piacevole conversazione, prima di iniziare malvolentieri la via del ritorno alla civiltà.

Al bivacco abbiamo avuto il piacere e l’onore di incontrare Lionello Ricci, il colto ideatore di www.sentieridimontagna.it , scrittore e grande amante della montagna.

Percorsi circa 11 km in 4 ore e 50 min

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Corno di Bles m 2755

VideoParcheggiato nella parte alta dell’abitato di Canè m.1500, dopo un breve tratto di strada asfaltata saliamo per sentiero N° 184, una mulattiera selciata, che ci porta in località Saline m. 1665.
Superiamo poi il Roccolo di Arnaldo a m. 1850 e risaliamo il “Canalì de la Tor” che ci conduce alla “Torre dei Pagà” a  m. 2235.
A causa del forte vento decidiamo di salire in vetta passando per il Bivacco Gerù, sentiero CAI N°199.
Superato il bivacco risaliamo il vallone, salendo dal versante nord fino al bivio, per prendere il CAI N°199A, sul ripido pendio, a volte esposto, che conduce alla vetta a m. 2755.
Dopo una breve sosta discendiamo la cresta sud-est che  presenta ripidi sfasciumi, poi nei pressi della “Tor dei Pagà” la discesa si fa più dolce.
Da qui proseguiamo sul sentiero CAI N°166 in direzione Cortabona che percorriamo fino all’incrocio con il CAI N°3.
L’itinerario è in leggera ascesa fino alla  località Saline e con il CAI N°184 torniamo a Canè.
Ascesa m.1500, Km 13,500, ore 06,00

Pizzo di Petto m 2259 e cima Barbarossa m 2146

Dal parcheggio dell’abitato di Teveno, nei pressi del campo sportivo, ci instradiamo su una larga mulattiera, contrassegnata con N° 407, che sale con discreta pendenza fino alla Malga Bassa di Barbarossa m.1704.
Aggirata la malga proseguiamo fino alla Malga Alta di Barbarossa m.1832,  per poi percorrere un ripido pendio fino al colle sulla destra della cima.
Raggiuntolo, saliamo lungo la cespugliosa cresta nord che ci conduce alla sommità del Barbarossa m.1832.
Dopo una breve sosta scendiamo, inizialmente lungo la cresta sud e fuori traccia per un vallone erboso, che ci immette sul sentiero N°401 Orobie Orientali.
Superiamo un tratto attrezzato e saliamo sulla cima del Pizzo di Petto m 2263.
Torniamo sul sentiero e lo abbandoniamo poco dopo per una divertente discesa, lungo un ripido ghiaione, che ci conduce direttamente al segnavia N°404, che seguiamo fino alla Malga Conchetta m.1792.
Da qui deviamo sul sentiero N°431, ultimo tratto boschivo  e poi per il 407 in direzione Teveno.
Durata escursione ore 06,20. Ascesa totale m.1350. Km 13,500

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Monte Baldo Punta Telegrafo m 2218

Cime Alta Via Del Baldo.
Dall’abitato di Malcesine, con la funivia panoramica Malcesine Monte Baldo, raggiungiamo la stazione a monte posta a m. 1760 s.l.m.
Da qui ci incamminiamo verso sud, per sentiero 651, in leggera discesa per poi affrontare la prima salita che ci conduce a Cima delle Pozzette m. 2132.
Questo tratto di via è molto panoramico con ampie vedute sia sul lago di Garda che sui versanti montuosi circostanti.
Purtroppo noi possiamo solo ammirare una fitta coltre nebbiosa che ricopre tutto il paesaggio sottostante.
Da Cima delle Pozzette proseguiamo verso cima Longino e finalmente la nebbia inizia a diradarsi lasciando intravedere qualche scorcio di lago.
Qui il sentiero prosegue sul versante est fino alla Forcella di Valdritta m. 2107.
Dalla forcella saliamo rapidamente alla Cima Valdritta m.2218 , vetta più alta del Monte Baldo.
Torniamo alla forcella e proseguiamo su comodo sentiero fino al bivio per Punta Telegrafo.
Giriamo a destra e saliamo dritti sulla cima posta a m 2200.
Scendiamo passando per il Rifugio Gaetano Barana, ubicato poco sotto la vetta, e imbocchiamo  il sentiero 654, una lunga discesa che ci conduce all’abitato di Sommavilla e di Cassone, per poi costeggiare un tratto di lago fino a Malcesine.
Durata Escursione ore 08,35
Distanza Km 25,700, Ascesa 804 metri, Discesa 2457 metri

Monte Vioz 3645 m

Lasciate le auto al parcheggio adiacente le funivie di Pejo
raggiungiamo il Doss dei Cembri a quota 2315 metri, punto di
partenza prestabilito per l’escursione odierna, con l’ausilio della
telecabina e di una seggiovia. Da qui risaliamo brevemente un
tratto di strada sterrata per poi deviare a destra su sentiero CAI n°
139. Lo percorriamo fino al bivio con indicazione sentiero dei
Tedeschi, che noi ignoriamo, e ci innestiamo a destra sul CAI
n°105. Arriviamo sul crinale e alla nostra destra, poco sopra di noi,
notiamo la piccola cima del Vioz m. 2504. Aggiriamo il Dente del
Vioz a quota m° 2905. Qui il sentiero mostra i primi segni di una
nevicata avvenuta giorni addietro. Giungiamo al risalto roccioso del
Brich. Il sentiero, ormai sempre più innevato, sale zigzagante a
ridosso della dorsale che scende dalla sommità del monte Vioz. La
traccia è ben visibile e la neve compatta ci permette, nonostante la
nebbia che ci accompagna fino al ritorno, di salire con un discreto
passo. Aggiriamo il rifugio Città di Mantova al Vioz e risaliamo la
dorsale completamente innevata per la traccia che punta diritta alla
grande croce posta poco sotta la vetta. Per rendere più agevole la
discesa ci avvaliamo dell’uso dei ramponi o di ramponcini .
Tempo di risalita in vetta ore 03,34
Dislivello ascesa totale m. 1306
Durata complessiva escursione ore 07,00
Chilometri percorsi 13,00

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Ferrate Guglielmo

 

Lasciamo l’auto nei pressi del bivio per il sentiero N°230, meglio conosciuto come sentiero dell’Uccellatore, che in 10 minuti porta all’attacco della via ferrata Corna delle Capre.
Fin da subito notiamo la verticalità della via che presenta una prima parte difficile, data l’esposizione e un paio di passaggi anche strapiombanti, comunque ben attrezzata.
Moderatamente difficile la seconda sezione, dove troviamo anche buoni appigli di roccia.
Raggiungiamo la sommità erbosa (m.1360) e ridiscendiamo, dapprima su breve tratto attrezzato, poi lungo il sentiero boschivo fino a riprendere quello dell’Uccellatore.
Lo percorriamo fino all’incrocio con N°227, per poi riprendere il vecchio sentiero che ci porta alla base del Corno del Bene.
La via ferrata è ben attrezzata e presenta meno difficoltà della precedente.
Una volta raggiunta la sommità (m.1685) ridiscendiamo la traccia che porta alla Malga Palmarusso di Sotto (m.1596), dove sostiamo per goderci il meritato pranzo.
Da qui scendiamo per il sentiero N°227 fino all’incrocio con quello N°230 che ci porta direttamente all’auto.
Distanza percorsa Km11,50
Dislivello totale m. 950
Durata complessiva Arrampicata-Escursione ore 7

Lobia alta m 3196

Dopo il pernottamento ripartiamo alle ore 6.45 per il “Passo della Lobbia Alta” e aggirando a destra la cresta, superato il nevaio ci portiamo all’attacco del diedro attrezzato con una corda fissa che porta in vetta. Proseguendo su salti rocciosi raggiungiamo “Cresta Croce” (m 3276) ore 8.15. Sempre proseguendo su cresta, superando passaggi attrezzati (gradini), raggiungiamo il “Cannone” della Prima Guerra Mondiale (m 3264) Visto il buon innevamento decidiamo di scendere verso il “Pian di Neve” e da qui dirigersi verso la “Vedretta del Mandrone”. Attraversato il ponte, seguendo il sentiero n 236 raggiungiamo il “Rifugio Mandron” (m 2449) per poi scendere con itinerario n. 220/212 al parcheggio di Malga Bedole (ore 16).

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Cima Salimmo (non raggiunta)

Dal Rifugio PETIPIERRE (m 1920) (Ponte d ilegno), ci incaminiamo sul sentiero n° 40 fino alla “Baita Pozzuolo”, dove distrattamente voltiamo a destra per sentiero n° 40A e non n° 41. Molto avanti ci accorgiamo dell’errore, ma proseguiamo comunque, confidando, una volta raggiunta la “Bocchetta di Casola” (m 2394), in un sentiero alternativo che riconduca verso quello corretto, ma così non è. Perciò, ridiscendiamo fuori traccia fra sfasciumi granitici, fino a riprendere il sentiero n° 40 che percoriamo sino ad un massocon l’indicazione: “Salimmo”. Seguiamo la traccia con segnavia sbiaditi fino al vallone innevato che risaliamo dapprima sulla destra (ma il terreno risulta troppo instabile), poi al centro e puntiamo dritti alla bocchetta di cresta. Poco sotto la “Bocchetta di Valbione” decidiamo di far ritorno, decisione maturata dal mutare delle condizioni meteo.

Dislivello positivo: m 1030. Distanza percorsa: km 14.9. Durata escursione: ore 6:30.

(Testo di Aldo)

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