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Monte Guglielmo m 1949

Spettacolare giornata per la nostra ultima camminata in Guglielmo di questo bel 2016, che ci ha visti su bellissime montagne.

Partiti poco prima delle otto dal cimitero di Zone, abbiamo optato per l’itinerario più lungo, ma fra i più belli: le 13 Piante. Saliti per via Valurbes, a Croce di Zone, abbiamo lasciato la sterrata per il ripido sentiero a dx, riprendendo la strada per malga Aguina più in alto, poi raggiunte le 13 Piante, percorrendo il sentiero di cresta, abbiamo superato punta Caravina, dosso Pedalta e sostato al monumento del Redentore. Per tutto questo tratto, la limpidezza della giornata ci ha regalato un indescrivibile panorama a perdita d’occhio, il lago d’Iseo di intenso blu e sullo sfondo un arco che dagli Appennini a sud, passava per il gigantesco Monte Rosa a ovest, le Orobie e il gruppo dell’Adamello a nord.

Scesi dal sentiero degli Gnomi, rinnovato con molte nuove bellissime sculture in legno, abbiamo terminato allegramente con un buon pranzo alla trattoria Al Reduce.

14,5 km con dislivello di 1400 m in 5 ore.

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Monte Alben m 2010 e Cima Croce m 1978

Bellissimo giro ad anello nella conca dell’Alben in una splendida giornata, uscita invernale che non poteva essere più estiva, non un filo di ghiaccio o neve sul sentiero.

Lasciate le auto al passo di Zambla, abbiamo percorso la sterrata per poco meno di 3 km e al pian della Palla, ci siamo inoltrati a sx nel magnifico bosco di faggi, in questa stagione brullo con un tappeto di fruscianti foglie secche.

Passati da Casina Bianca e passo dei Sappli, si incontra il sentiero 502 dei Martiri di Cornalba, che percorre l’ idilliaca valle chiusa dai lati sud di Alben e Croce.

Alla Baita Sura, abbiamo seguito la traccia a dx raggiungendo la vetta dell’Alben, dove abbiamo fatto colazione al sole, ammirando le alpi dal monte Rosa al trentino.

Da qui, seguendo il sentiero, sotto le creste, siamo arrivati al passo La Forca e proseguendo siamo saliti su cima Croce.

In prossimità del passo, c’è la simpatica e ospitale baita del Gioan, ricavata da una grotta chiusa da porta, munita di barattoli di caffè e altre cose per un simpatico picnic, affidata, sembra con ottimo risultato, alla buona educazione e correttezza degli escursionisti.

Scesi dal passo Forca verso Zambla, abbiamo visitato, con una piccola deviazione a dx la panoramica baita Nembrini e ripreso il sentiero 501/502 siamo tornati alle vetture.

Percorsi circa 17 km con dislivello totale di 1200 m in 6 ore e mezzo.

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Laghi di Val di Scala 2100 m

Inconsueta gita in valle Scala con ottimo pranzo all’agriturismo Al Plas, poco sopra l’abitato di Paisco, in valle Camonica.

Dall’agriturismo abbiamo risalito la strada fino al cartello che indica la scorciatoia per il rifugio Torsoleto (sentiero 160B) Che porta alla prima malga a quota 1741 e proseguendo alla seconda Malga di Val di Scala a quota 2014, dalla quale seguendo la medesima traccia, con qualche piccola difficoltà per la neve, siamo arrivati ai laghetti ghiacciati, dai quali si vede uno spettacolo straordinario, a partire dalla cima Plem, Adamello e fino alle montagne bergamasche, il gruppo della presolana.

In questa giornata abbiamo avuto un ospite eccezionale, Enrico, un coraggioso giovane non-vedente, che accompagnato con perizia e generosità dal nostro amico Giordano, è arrivato fino oltre la malga superiore, dimostrando una sorprendente abilità, sul non facile terreno della montagna, oltre a essere una piacevolissima compagnia.

Ritornati all’agriturismo, abbiamo trovato un memorabile ricchissimo pranzo, cucinato dalle mani fatate della signora Lucia, ravioli, grigliata, cinghiale e una strepitosa mostarda di loro fattura, che merita il viaggio.

L’escursione è stata di 10 km in circa 4 ore con dislivello di 800 m.

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Monte Spino m 1488

Camminata molto panoramica il giro delle Marmere col Monte Spino e il rifugio Pirlo allo Spino, che però richiede molta attenzione, per l’esposizione del sentiero, soprattutto in questa stagione, lungo tutto il cammino sulle creste, abbiamo trovato una leggera nevicata.

Siamo partiti dall’agriturismo ai Traversanti sopra Collio di Vobarno, percorrendo la ripida strada coincidente col sentiero n° 9, fino al bivio con il 4 bis, che a sinistra porta sul monte Forametto (1240 m), dal quale camminando in cresta, si scende al buco del Tedesco e all’omonimo passo, per risalire sulla Marmera, ridiscendere al passo del Gatto e con un ultimo sforzo in vetta allo Spino.

Poco prima delle Marmere un gruppo è sceso a destra e ci ha preceduto al rifugio Pirlo, accendendo un bel fuoco e all’arrivo di tutti, un festosissimo e rumoroso brindisi, con una strepitosa torta al cioccolato, opera d’arte di Rosemarie e prosecco di Antonietta, per festeggiare i loro compleanni.

Da qui per la traccia 9, con un lungo saliscendi fra i boschi autunnali, siamo ritornati alle vetture.

Percorsi 17 km co 1630 m di dislivello in 8 ore e 45 minuti.

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Pizzo Formico 1636 m da Sovere

Lunga e bella camminata nella variegata natura delle alture bergamasche, per la salita al Formico, anche se la visibilità non sempre buona ci ha defraudato di parte del bel panorama dalla cima, è una gita che che merita sempre di essere affrontata.

Siamo partiti dal Santuario della Madonna della Torre, sopra Sovere, prendendo inizialmente la ripida stradina oltre il parcheggio, poi a destra per la croce di Corna Lunga e da qui per le creste, che in alcuni tratti rivelano impressionanti strapiombi verso la valle che porta a Clusone, dopo poco, ci si inoltra in un tratto di bosco dipinto con gli intensi colori verdi del muschio, che termina nei prati di malga Monte Alto.

Da qui siamo scesi ai Campi d’Avena e lungo il 545 ai Morti della Montagnina, con la commovente cappelletta piena di fotografie ricordo, che inevitabilmente riportano il pensiero alla nostra reale gracilità su questa terra.

Dopo meno di un’ora eccoci alla crociona di vetta.

Nel ritorno, un piccolo gruppo è salito al rifugio Parafulmine, per poi ritrovarci tutti alla Malga Lunga, dove abbiamo visitato il museo della Resistenza, Vedendo le foto di quel terribile periodo e i ritratti di quei poveri, giovanissimi ragazzi, fucilati prima di vedere i 20 anni, e ai quali dobbiamo tutta la nostra libertà, non si trovano parole, che peraltro non servono, solo un grazie a chi tiene in vita queste istituzioni che ci aiutano a non dimenticare.

Dalla malga siamo ritornati al santuario, percorrendo 23 km con 1450 m di dislivello in poco meno di 8 ore.

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Punta Almana 1390 m

Sorpresi dalla prima neve, abbiamo optato per una passeggiata sui monti di casa, e ne è nata una bellissima gita sulla Punta Almana, abbiamo trovato un tempo stupendo e attraversato ambienti così diversi fra loro da lasciarci stupiti, malgrado la conoscenza delle nostre cime.

Partiti da Inzino (388 m), abbiamo preso il ripido sentiero 314, che con un bel percorso boschivo, risale il fianco sinistro della valle e raggiunge Malga Casere a 933 m e Ronchi di Casere a 1017 m,

quindi la vetta lasciando la sterrata all’indicazione del giro delle malghe.

Proseguito lungo le creste a nord, siamo scesi alla Forcella di Sale dal sentiero attrezzato 3VA, poi a sinistra della santella, il sentiero 290 fino a Croce di Marone, una sosta spuntino nella soleggiata area picnic e la discesa dal sentiero 315 nella valle d’Inzino, che incontrando il 316 della Valle della Lana ci ha riportato alla partenza,

Quet’ultima parte del percorso, merita di essere raccomandata per la bellezza e la varietà ambientale e per la ricchissima vegetazione. A tratti si ha l’impressione di trovarsi in un luogo esotico, in un mondo perduto, massi muschiosi, il torrente Re che lambisce i nostri piedi e un attimo dopo lo si vede decine di metri sotto in orridi impressionanti di rocce scoscese, cascate multiple e laghetti limpidi, un mondo da favola.

Percorsi 16 km in 7 ore con circa 1200 m di dislivello.

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Passo di Gole Larghe 2804 m

In una splendida e fredda giornata, siamo partiti dal parcheggio poco sopra il rifugio La Cascata in Val Paghera di Vezza d’Oglio e seguendo il ripido sentiero abbiamo raggiunto il rifugio e il lago Aviolo in poco meno di un’ora.

Da qui, prendendo a sinistra l’ex sentiro 35 ora 1 (Altavia), i primi del gruppo, erano al Passo delle Gole Larghe a quota 2804 alle ore 11.20.

Panorama bellissimo grazie anche all’atmosfera tersa, ma un vento gelido ha un po’ affrettato il proseguimento, scesi per la stessa via nel primo tratto, al bivio con il 35A, il gruppo si è diviso, metà è risalito al passo delle Plate a 2600 m e ridisceso al lago Aviolo passando dalla malga omonima e metà direttamente dalla via di salita.

Sono stati percorsi rispettivamente 13,5 km con 1850 m di dislivello in ore 8.15 e 9 km con 1350 m di dislivello in ore 7.30

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Pizzo Tre Confini m 2824

Nel mondo selvaggio delle Orobie, il Pizzo Tre Confini con il vicino Gleno ne sono due splendidi rappresentanti che meritano sicuramente l’escursione.

Partiti da Lizzola con cielo azzurro e poche nuvole, abbiamo percorso il lungo tratto di sterrata coincidente con il sentiero 322, che si inoltra nella bella vallata, inizialmente con poca pendenza, poi si inalza rapidamente dal greto del torrente Bondione e il paesaggio rivela tutta la sua selvaggia bellezza.

Una curiosità, poco dopo che la strada diventa sentiero, sulla destra si trova un masso scolpito, con un bel bassorilievo e la dedica che l’artista ha fatto alla propria madre.

Arrivati al Passo Bondione (2680 m), si risale a sinistra la non evidentissima traccia fino alla vetta, in questo tratto è necessaria una certa attenzione per i tratti esposti.

Nel ritorno, arrivati al grande masso con le indicazioni per Lizzola e Rif Curò, la maggio parte ha proseguito per la via della salita, mentre due coraggiosi sono rientrati per la via del rifugio percorrendo il 321, il 304 e 306.

Percorsi 17 km in 7 ore, con dislivello di 1620 m, giro del Curò 22 km in 7 ore e 30 con dislivello di 1850 m

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Corno Tremoncelli 2834 m

Il percorso che ci haaccompagnato sul Tremoncelli, attraversa un paesaggio di inattesa bellezza, soprattutto in prossimità dei numerosi laghetti, dove ci si trova immersi in oasi di serenità che solo la montagna sa regalare.

Parcheggiate le vetture al bivio per le casine di Val Bighera, proveniendo dalla stradina che devia a destra poco prima del passo Mortirolo (da qui parte anche la salita per il Pagano in direzione opposta), si scende la sterrata per breve tratto fino alla partenza a sinistra del sentiero, e si procede inizialmente con poca pendenza, raggiungendo la bellissima conca del lago Seroti inferiore.

Da qui seguendo le chiare indicazioni, siamo proseguiti a destra per il sentiero dell’Asino, raggiungendo in poco più di 2 ore i laghi Seroti, nella loro fantastica ambientazione e quindi in vetta lungo la traccia pietrosa.

Da questa cima, si ha una splendida visione della verde Valtellina e dell’abitato di Sondalo.

Per il ritorno abbiamo ripercorso lo stesso tragitto fino ai laghi, deviando poi a destra per il lago Storto, ritornando al Seroti inferiore con un ripido sentiero, quindi alla partenza.

Percorsi 15 km in 7 ore con 1185 m di dislivello.

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Passo di Pietra Rossa 2958 m

Giornata di grande “sbrèel” per la nostra gita a Pietra Rossa, non potevamo trovare tempo migliore, non una nuvola e cielo limpidissimo.

Parcheggiato alla grande area picnic di Sant’Apollonia, abbiamo seguito la strada coincidente con la traccia 58, fino al Rif. Valmalza e da qui seguendo sempre il 58, siamo arrivati al bivacco Linge (2289 m).

Al rif Valmalza c’è un bancale di legna per il fuoco in attesa di volonterosi che portino qualche ceppo al Linge, e noi da buoni samaritani abbiamo raccolto l’invito.

Dopo il bivacco si entra nella traccia n° 2 “Alta via Camuna”, proveniente dal Passo Gavia e la bellissima valle Delle Messi, si fa sempre più selvaggia, e con i suoi ruscelli che scorrono fra pietre e erba, fa pesare all’Eden perduto.

Dopo poco dei segnavia ben evidenti ci hanno guidato fino al Passo, dove si apre una grande vista sulla valle di Rezzalo e le pietrose cime circostanti.

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