Due splendide giornate per questa sempre magnifica Presanella.
Parcheggiato nei pressi della Malga Vallina d’Amola (q.2008 m.) dopo Carisolo, abbiamo raggiunto ilrifugio Segantini (2373 m), percorrendo 2,5 km con 360 m di dislivello lungo il sent. 211.
Dopo un’allegra serata, la partenza all’alba ci ha offerto spettacolari vedute. Saliti dalla via attrezzata, abbiamo raggiunto la vetta per l’impegnativo ma bellissimo percorso, superando 1260 m di dislivello, ritornando poi dalla stessa via.
Percorsi in totale 16.5 km con 1620 m di dislivello.
A poco più di un anno dalla prima salita da quando il nostro amico Gianni ci ha lasciati, siamo tornati sul Vioz e sul Linke per ritrovarci idealmente con lui, in una lunga e bella camminata, che in alcuni momenti si è aperta su panorami bellissimi.
Da Pejo, con un primo tratto di funivia fino al rif. Scoiattolo e poi seggiovia, siamo arrivati al rif. Doss dei Cembri (2315 m), dopo un breve tratto di sterrata, abbiamo seguito a destra l’indicazione rif. Vioz sul sentiero dei Tedeschi 139, che si immette nel 105 seguito fino al rif. Mantova al Vioz (3535 m).
Il percorso è molto agevole e ben tenuto, ma in questo periodo alquanto affollato, situazione abbastanza inusuale per noi.
Da qui abbiamo proseguito per la cima Vioz, che si raggiunge con soli 100 m di dislivello, e oltre verso la vicina cima Linke, con bella vista sulla Vedretta Rossa e le cime del Cevedale e San Matteo.
Sul Linke, un ricordo per Gianni, poi siamo scesi al sorprendente museo della guerra, che è un avamposto austriaco, restituito dal ghiacciaio circa 10 anni fa e risistemato con tutti gli oggetti, esattamente come lasciati dai soldati che l’hanno abbandonato. Commovente.
Ritornati dallo stesso percorso fino a poco prima del brik, abbiamo preso il ripido sentiero a destra, segnato con bollini gialli, che scendendo in una zona pietrosa, si immette nel 138 che ritorna ai Cembri.
Percorso circa 11.5 km in 7ore e 30′ con dislivello totale di 1400 m.
A distanza di due anni, quando dovemmo interrompere poco prima della sommità per nebbia e ghiaccio, abbiamo trovato una splendida giornata, che ci ha permesso di bearci del panorama, quasi infinito, che offre questa bella montagna che divide la Valgrande dalla Val Cané.
Partiti dal parcheggio alla fine della strada asfaltata, località Plassacù (1310 m), sopra la frazione Tu di Vezza d’Oglio, siamo saliti per la mulattiera a sinistra, seguendo le indicazioni Cima Rovaia e Museo della Grande Guerra, prendendo dopo poco il sentiero a destra, con le stesse indicazioni.
Il percorso, sale ripido attraversando un grande bosco di larici, alla cui fine si apre un bel paesaggio erboso, dove a quota 2300 m siamo svoltati a destra per visitare il museo all’aperto, ricavato fra le trincee, ancora visibili e ben conservate, proseguendo il sentiero sale con ripidi zigzag a altre installazioni militari e presto inizia la zona pietrosa, dove seguendo i segnavia Cai e i grandi ometti in pietra si raggiunge alla sommità.
Ridiscesi per la stessa via, ma salendo sulla Cima Rovaia (2528 m), aggirata all’andata, poco sotto il museo, seguendo un sentiero, inizialmente in salita a sinistra abbiamo raggiunto Malga Tremonti e con un lungo percorso un po’ a vista con qualche tratto scosceso nel bosco, raggiunto il sentiero n° 3 siamo rientrati al parcheggio, passando da alcuni insediamenti di antica architettura spontanea veramente belli.
Percorsi 20 km in oltre 9 ore con 1750 m di dislivello totale.
Approfittando degli unici due giorni di buone previsioni meteo, per il due e tre Agosto (2016), un piccolo gruppo dei Sempreverdi è partito per una salita in Adamello, con pernottamento al Rifugio Gnutti, raggiunto dal ponte del Guat e Scale del Miller.
Il tempo bellissimo, anche oltre le aspettative, ci ha regalato emozioni e panorami indimenticabili.
Partiti alle ore 04.15 Percorso il sentiero 23 fino a fondo valle, con la via attrezzata Terzulli abbiamo raggiunto il Passo Adamello e passando sotto il bivacco Ugolini la vetta in 4 ore e 25 min.
Il ritorno per la stessa via percorrendo in totale 31 km con 2100 m di dislivello.
Lunga e impegnativa camminata nel bellissimo ambiente dell’Adamello, con le pietrose valli ingentilite dall’erba e dai molti fiori, ma superati i 2800 m l’orizzonte ci è stato nascosto dalle nuvole e non abbiamo potuto goderci il meraviglioso spettacolo che sa offrire questa ruvida cima.
Parcheggiato al Ponte del Guat in Val Malga (1540 m), in pochi minuti si raggiunge Malga Premassone, dove pure c’è parcheggio, ma a pagamento e poco oltre siamo saliti a sinistra per il sentiero 13 che porta al rifugio Tonolini (2467 m), bel panorama della valle e dei laghi Baitone, Rotondo e Bianco, anche se le sommità dell’anfiteatro erano nascoste.
Percorrendo un breve tratto dell’Alta Via n° 1, abbiamo imboccato a destra il ripido sentiero per il Passo del Cristallo (2889 m), dal quale tenendo la sinistra, una traccia ben segnata porta in vetta, dove aspettando inutilmente un’apertura nelle nuvole, dopo picnic e foto siamo ritornati al passo e per il sentiero 31 al rifugio Gnutti (2183 m), dal quale lungo il 23 e le scale del Miller alla partenza.
Percorsi circa 19 km in 10 ore con un dislivello di 1670 m.
Partenza alle ore 5,00 da Provaglio, alle ore 7,00, dopo aver raggiunto il Tonale, si parte dal vecchio Ospizio m.1971, dove abbiamo lasciato le macchine.
Si prende il sentiero, che con larghi zig zag ,ci porta in direzione del Tonale orientale.
Si prosegue per la forcella raggiungendo la Citta Morta, i resti del grande accampamento austriaco
della Grande Guerra.
Si cala dalla forcella , attraverso i ruderi della Citta Morta e passando da un sentiero in direzione nord, si giunge sotto il Torrione d’Albiolo.
Proseguendo sul sentiero della conca dei laghi di Strino, si và all’attacco della cresta per tracce a zig zag e per sfasciumi ghiaiosi, che ci porta fino alla Bocchetta di Strino, che si affaccia sulla Val Montozzo.
Il sentiero prosegue su un percorso di pietre e sfasciumi e si raggiunge la grande croce della Vetta del Redival a m. 2973 alle ore 10,50.
La discesa avviene dalla facile dorsale sud, passando su sfasciumi e vaghe tracce, piegando verso nord ovest si rientra ai laghi di Strino. Il percorso si chiude ad anello raggiungendo il Bait del Porzelain, poi proseguendo per il forte Saccarana.
Da qui con un traverso lunghissimo,panoramico e quasi pianeggiante si raggiunge il vecchio Ospizio, punto di partenza, alle ore 14,30.
Percorsi 19.5 km in ore 07.15 con dislivello di 1300 m.
Per la bella salita sul monte Aviolo, abbiamo trovato una limpida giornata ideale, che ci ha permesso di godere a pieno del vasto panorama sulle Alpi e la valle Camonica.
Lasciate le vetture al parcheggio in località Pozzuolo, sopra Edolo, il percorso inizia seguendo la sterrata a sinistra (traccia 72), fino a incontrare a destra il sentiero n° 34, che sale molto ripido prima nel bosco poi nella pietrosa conca morenica, dove si è circondati dalle maestose creste rocciose dei monti Colmo, Foppa e Aviolo.
Seguendo il percorso, molto ben segnalato, si risale il versante sinistro della conca e superando una piccola lingua di neve tardiva e un paio di tratti attrezzati con catena, siamo arrivati sulla ruvida vetta di granito, impiegando circa 4 ore dalla partenza.
Nella discesa, ripercorrendo lo stesso itinerario nella parte iniziale, giunti al bivio con il sentiero 34A, il gruppo si è diviso, quattro persone hanno preferito tornare alle macchine ripetendo il percorso di salita, mentre le restanti otto, hanno percorso questa via, che con un bel traverso raggiunge il passo Foppa e scende al rifugio Malga Stain e da qui di nuovo a Pozzuolo.
L’escursione, benchè non lunga, è piuttosto faticosa, ma la bellezza di questa ostica montagna ci ha ampiamente ripagato.
Percorsi circa 10.5 km in 8 ore e 30′ con dislivello di 1450 m
Prima camminata in alta quota, sulla facile Cima Presena, in una giornata dove sole e nubi si sono contesi la scena, ma con temperatura ideale e fresca brezza per tutto il percorso, salvo brevissime ventate fredde.
Superato il Passo Tonale di un km circa verso Vermiglio, si svolta a destra e si trova un buon parcheggio sulla sterrata, in corrispondenza del cartello di divieto a proseguire, si segue la strada coincidente con la traccia 281, che superata la galleria percorre la bellissima e fiorita Val Presena e porta ai resti del villaggio militare, con i suoi muri a secco che si confondono perfettamente con le rocce. Tenendo il sentiero di sinistra, siamo giunti alla ex Capanna Presena, dov’è ancora aperto il cantiere del nuovo albergo, da qui siamo risaliti lungo la pista alla stazione di arrivo al Passo Presena della nuova funivia e superati gli ultimi 80 m su neve abbastanza consistente, in vetta.
Per la discesa abbiamo percorso lo stesso itinerario, con la sola variante di passare dal passo Paradiso.
Percorsi 17 km con un dislivello di 1250 m in 07 ore e 30′, utilizzati piccozza e ramponi.
Lunga Camminata, sul Pizzo Arera e dintorni, in una bella giornata con temperatura ideale e salita asciutta, senza neve tardiva sul percorso.
Parcheggiato a pagamento all‘Alpe Arera, Zambla alta, distributore automatico all’inizio della salita, abbiamo raggiunto Capanna 2000 col ripido sentiero e da qui, seguendo la chiara traccia, in poco più di due ore, in vetta, avvalendoci del breve tratto attrezzato.
Discesi per la stessa via e considerando il molto tempo ancora a disposizione, con un cambio di programma, abbiamo percorso il sentiero dei fiori, passando dalla bocchetta di Corna Piana fino al passo del Branchino, in un idilliaco panorama alpestre, ritornando poi sulla traccia 222 alla capanna 2000 e alle vetture.
Sulla strada del ritorno, poco sotto l’Alpe, ci siamo concessi un po’ di tempo, nella Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, luogo magico, monumento alla natura nella natura.
Percorsi 13.5 km in 7 ore e 30′ con sislivello totale di 1360 m.
Malgrado lo spostamento della giornata abituale per maltempo, durante la strada per il programmato Pizzo Arera, , nuvolone minacciose ci hanno consigliato un ripensamento, ma anche la seconda scelta sulla Corna Trentapassi è “naufragata” in un bell’acquazzone.
A questo punto il gruppo si è diviso, due optano per una gita ciclistica e quattro temerari partiti da Provaglio, passando per Madonnina, Fedrighì, Punta dell’orto e Cappuccio raggiungono con una lunga camminata Santa Maria del Giogo sopra Sulzano, dove l’accogliente trattoria serve birra e un magnifico piatto di tagliatelle al salmì di selvaggina .
Il percorso è stata anche l’occasione per ammirare dall’alto The Floating Piers di Christò, grande evento sul lago d’Iseo, di risonanza mondiale.
Ritorno a Provaglio, per Nistisino, Portole, Pollai, Balota del Coren e Madonnina.
Percorsi 27 km con 1200 m di dislivello, in 9 ore e 30′.