22 febbraio 2017. Sempreverdi a ranghi ridotti per la “scalata” invernale al monte Frerone (m 2673). Neve buona e portante fin dal parcheggio di Bazena; tuttavia mancante di spessore sul traverso sommitale, che la picozza e i ramponi avevano poca presa. Per questo l’ascesa di oggi la ricorderemo impegnativa.
Dislivello m 900 circa. Durata escursione: ore 6.1
Da Calzaferro di Malonno (Alta Val Camonica – Bs) saliamo verso il PIZ TRI (m 2308) nel calpestio dei molti che ci hanno preceduto in questi giorni. La neve compatta agevola l’incedere con le ciaspole. Tanto che abbiamo tempo per il panorama e pure per goderci il bel sole primaverile che scalda le rocce sommitali (a forma di cresta), dove non alita vento. E’ tanto piacevole sostarvi che ci intratteniamo quasi un’ora, insieme a molti altri escursionisti: più che la vetta del PIZ TRI sembrava la piazza di un paese.
Dislivello positivo: m 1210. Distanza Percorsa: km 12.8. Durata escursione: ore 6.30
Giovedì 9 febbraio, causa forte nebbia’ dal Maniva abbiamo raggiunto solo il monte Dasdana (m 2191). Dislivello positivo m 570 circa. Distanza percorsa: km 9.800. Durata escursione: ore 3.10
Da Monno (Alta Val Camonica – Bs) percorriamo in auto la strada del Mortirolo fino al tornante 12: nel periodo invernale non si può andare oltre. Lì parte la vecchia strada (pedonabile) e in un’ora siamo al Ponte Palù dove staccasi il percorso per il monte Pagano. Stante il poco innevamento, sono ben visibili le opere militari a difesa della “seconda linea italiana” nel corso della Guerra 1915/18, e per questo quasi intatte. La pianeggiante sommità del monte (ore 11.30) è un tappeto di neve ghiacciata, battuta dal vento che agita anche il lacero tricolore, provvisoriamente posto in vetta: chissà se bandiera in memoria della “Grande Guerra” o della “Resistenza”, combattuta qui dalle “Fiamme Verdi” agli inizi del 1945.
Dislivello positivo: m 1200. Distanza percorsa: km 20. Durata escursione: ore 6,40″
L’intenzione nostra era di raggiungere “Cima AUCCIA” dalla Val Camonica e non dal Maniva in Val Trompia. Per questo abbiamo scelto di partire da “Degna” che è una piccola località sulla “Strada delle Tre Valli” dopo Bienno (Bs) e verso il Passo Crocedomini. Tuttavia, la nostra meta si è fatta irraggiungibile per la troppa distanza e pure per un malanno d’influenza sopraggiunto fra di noi. In ogni modo ne è valsa la pena. Partiamo alle 7.40 per l’itinerario n. 790 raggiungendo Campolaro alle 9.00. L’itinerario è ben segnalato e punta alla “Crapa di Vaia”. Superiamo varie malghe andando su un terreno poco innevato. Quando siamo al “Casinone di Arcina” (m 1766 – ore 11.25) e vedendo assai lontana la croce di “Cima Auccia”, decidiamo di fermarci. Il luogo è piacevole, allegri noi e sempre belle le montagne camune poco innevate. Rattrista, tuttavia, il monte Trabucco completamente annerito da un recente furioso incendio. Ritornando, presso la “Malga Travagnolo” (m. 1495) si diparte una deviazione (n. 790A) che ci porta al punto di partenza senza passare da Campolaro. A Degna arriviamo alle ore 14.30.”
Dislivello positivo: m 1000. Distanza percorsa: km 24 Durata escursione: ore 6,50
Mai una così prolungata assenza di neve sulle nostre montagne! Per questa escursione, abbiamo puntato solo a valicare passi, non fidandoci del ghiaccio – abbondante e insidioso – che gela le rocce. Tuttavia, ne è venuto un bel giro, unendo i noti Branchino e Laghi Gemelli con il Passo di Mezzeno. Partiamo da Valcanale di Ardesio (Bg) alle ore 8.00, prendendo la carrabile per il Rifugio Alpe Corte che presto lasciamo, deviando su sentiero (n. 218) verso l’Alpe NE.VEL. Il paesaggio è nebbioso e suggestivo, l’erba secca e gli abeti sono coperti di brina che – giunti al Passo Branchino (ore 9.50) – sostiamo solo un attimo tirandovi una un’aria gelida. Il sentiero (n 219) scende nella valle, passiamo dalla Casera di Mezzeno (m 1598), per riprendere in salita poco dopo (Cai n. 215), con la benedizione del sole, che trattiene in basso la nebbia. La luce del giorno dà risalto e malinconia al brullo paesaggio: non sembra vero che manchi la neve. Questa appare sul Passo di Mezzeno (m 2142 – ore 11.50), il tratto verso il Passo Laghi Gemelli è innevato, tanto che mandiamo Walter in avanscoperta. Visionata la percorribilità e calzati i ramponi raggiungiamo in noto valico alle ore 12.50. Lungo il sentiero (n. 216) che scende verso Valcanale a tratti indugiamo pigramente al sole… la nebbia ci attese ancor prima di raggiungere le auto (ore 15.00).
Dislivello positivo: m 1480. Distanza percorsa: km 18. Durata escursione: ore 7
Punta Cunicolo, Vignole e Trentapassi… andiamo sui monti di casa per un itinerario ai più (di noi) sconosciuto: bello, selvaggio, adatto a escursionisti esperti. Parcheggiamo a Marone (Bs) verso la galleria della vecchia statale sebina. Subito in salita costeggiando il rio Bagnadore. Poi il cartello del Cai ci manda per una acciottolata. Passiamo il B&b “El Giardì”, lì ignoriamo quello d’inizio sentiero n. 264: per esperienza sappiamo che il primo tratto è di non facile identificazione. Continuiamo oltre la “santella” a guardia della sterrata pedemontana per Zone: ci sono le indicazioni. Poi, poche centinaia di metri oltre, prendiamo a sinistra il sentiero che sale deciso, fino ad incontrare quel 264. Si sale sempre! sostiamo un attimo sull’anticima per ammirare la Punta Cunicolo (m1035): sembrerebbe irraggiungibile. Ma il sentiero – tracciato da antica esperienza – con attenti passaggi, si distende (finalmente) sulla guglia calcarea, due ore dopo la nostra partenza. Sosta, contentezza e foto… quindi scendiamo verso il “Forcellino del Gadol”, da dove – andando per creste e selle – superiamo il “Monte Vignole” (m 1095), fino alla meta nostra: la “Corna Trentapassi” (m 1248), ore 3.40 dalla partenza. La cima è molto affollata, d’altronde è una bella giornata, incastonata com’è tra festivi. Per il ritorno decidiamo di percorrere il sentiero che scende a Vello, frazione di Marone, unito a questa da un bel marciapiede e pure sponda del Lago d’Iseo.
Dislivello positivo: m 1300. Distanza percorsa: km 13. Durata escursione: ore 6
Mercoledì 28 dicembre 2016: tocca al Menna essere la meta dell’ultima escursione di quest’anno… e di vette ne abbiamo raggiunte tante! almeno cinquanta. Siamo a Zorzone – frazione di Oltre il Colle (Bg) – dove parte il sentiero per il bivacco Palazzi M.A.G.A. (ore 8.25) che sarebbe la via più breve per la Cima Menna. Tuttavia, pensiamo di allungarci un pò prendendo (dopo un tratto di strada e al primo segnale) la destra orografica della Val Carnera. Una comoda mulattiera conduce fin presso il casinetto degli “Amici del Menna”, sovrastato da magnifici faggi. Da lì saliamo “fuori sentiero”, tenendo la direzione del monte Chignol d’Arale (m 2068) che raggiungiamo alla spicciolata alle ore 10.30. Dopo una breve sosta scendiamo verso la “Croce di Zorzone” avendo di fronte – imponente e limpido – il Menna (m 2299). Passato il bivacco M.A.G.A. saliamo agevolmente il versante, completamente privo di neve. E, distanziati in piccoli gruppi, siamo in vetta alle ore 11.45. Che sia un inverno caldo lo testimonia (se mai ce ne fosse bisogno), il gruppo di giovani che già stazionano in vetta: alcuni sono in maglietta e calzoncini corti! Imponente la visuale: dal lontano Monte Rosa alla vicinissima Corna Piana e Pizzo Arera. Ci fotografiamo intorno alla nuova croce che da poco sostituisce quella deformata dai fulmini. Poi, ritornando, alcuni di noi scelgono di percorrere la cresta del “Monte d’Arale” anzichè il sentiero per la “Cascina Mattuida”. La discesa risulta bella e avventurosa, anche per dei tratti con erba molto scivolosa: sicuramente per escursionisti esperti! Raggiunto il sentiero sottostante e non orientandoci bene, raggiungiamo Zorzone alle ore 14.45 con l’impressione (nell’ultimo tratto) di aver allungato ulteriormente il già lungo percorso.
Dislivello positivo: m 1435. Distanza percorsa: km 13.5. Durata escursione: ore 6.20
Buon 2017! dai Sempreverdi e dalla Lega Montagna Uisp che per l’intero anno è stata nostra (graditissima) compagna d’avventura.
CIMA di LETEN, oggi, è la meta della nostra escursione. Partiamo alle ore 8.00 da Parre (Ponte Nossa – Val Seriana) località Campella. Sebbene il percorso sia molto lungo, non tralasciamo di visitare (esternamente) la vicina e bella chiesa della “SS. Trinità”. Quindi prendiamo il sentiero Cai n. 240 che ci porta alla “Baita Forcella” m 1718 (ore 10.25). Tenendo lo stesso sentiero ci abbassiamo verso la “Baita del Fo” e per facili altri saliscendi raggiungiamo “Santa Maria in Leten” m 1765 (ore 11.30 – ore 3.30 dalla partenza). D’istinto saliamo subito verso “Cima Leten” m 2095, ognuno rampando, calibrando le forze rimaste. E, in ordine sparso, siamo in vetta (chi più, chi meno) a mezzogiorno (ore 4.00 dalla partenza). Il panorama, verso la pianura e verso i monti poco innevati, è magicamente dominato dall’Arera, imbiancata lei… come una sorella maggiore. Ritornati a Santa Maria, prendiamo il sentiero Cai n. 242 che scende nella selvaggia “Val Dossana”, sostandovi per dissetarci e per una foto presso la “Beita de Süra” m 1320 (ore 13.55). Poi il sentiero “gioca” ad andar di qua e di là del torrente vella valle, asciutto ma dalle levigate pietre bianche: grandi e piccole, che starebbero bene nel presepio del prossimo Natale. La Valle Dossana è lunghissima! Raggiunta Parre, saliamo ancora un pò verso Campella e sono le 16.10: dopo otto ore siamo alle auto.
Dislivello positivo: m 1700 Distanza percorsa: km 22
30 novembre 2016. Il monte Zenone (nel Parco dell’Alto Garda Bresciano) diventa la meta dell’escursione odierna strada facendo. A Tremosine, presa la (lunga) sterrata per S. Michele, conveniamo che non sia il caso di proseguire verso la base di partenza per il Tremalzo. Troppa la distanza e poche le ore di luce. Dunque, parcheggiamo subito presso il ben visibile tabellone segna itinerario n. 218: confidiamo nell’esperienza della Lega Montagna che conosce questi luoghi. Così, per una strada militare della Guerra 1915/18 saliamo verso “La Cocca” (h 0.40 dalla partenza), dove si dirama il facile sentiero n. 218 bis per il monte Zenone (h 2.00). Quest’ultimo giorno di novembre è fresco, soleggiato e limpidi sono i panorami verso il Lago di Garda, serrato tra le Prealpi bresciane e il maestoso monte Baldo veronese. Dalla sommità del Zenone è visibile una traccia (a nord/ovest) che scende verso il sentiero n. 218. Questo perchè vogliamo raggiungere la “Bocchetta di Nansesa”. La cosa non è troppo difficile. Di nuovo percorriamo un sentiero della Grande Guerra – fatto anche di gallerie nella viva roccia ancora percorribili – ben segnalato da frecce direzionali per la fruizione turistica odierna. Alla Bocchetta arriviamo quasi a mezzogiorno (h. 3.00), giusto il tempo per rifocillarci. Quindi, ritorniamo giù sul sentiero n. 218, retrocedendo un poco fino ad incontrare l’indicazione per “La Cocca”. Per aspri e poi facili sentieri raggiungiamo questa località alle 13.50. Potremmo scendere alle auto ( ore 14.45 – h 6.00 dalla partenza) per la sterrata militare, ma preferiamo le vicine Creste con resti di trincee, con un bel sole in faccia e… sguardi panoramici.
Dislivello positivo: m 1100 circa. Distanza percorsa: km 16