Sempreverdi: numerosi, dopo qualche anno, torniamo sul monte Ario da Ludizzo (m 779). Ed è proprio la scarsità di parcheggi (lungo la strada da Bovegno) che ci fa partire da questa frazione, avendo trovato lo slargo adatto fra le belle case. Percorriamo il sentiero 346 accompagnati da primaverili fioriture fino a quando, dopo oltre un’ora di salita, incontriamo la neve. Calzate le ciaspole superiamo Passo Croce. Ma per l’alto innevamento e per la mancanza di tracce prendiamo un sentiero che – con un lungo giro – ci “deposita” quasi ai piedi del Monte Pezzeda. Qualche discussione… tuttavia, il paesaggio è magnifico, come il pendio da risalire e come la discesa verso il Goletto Campo di Nasso (m 1630). Da lì, in meno di trenta minuti, raggiungiamo la croce del monte Ario (m 1755 – ore 3,40). Congratulazioni reciproche per la bella impresa, in particolar modo verso Gianni (il decano del gruppo), ritornato con noi dopo alcuni mesi. Dislivello positivo: m 1270. Distanza percorsa: km 14.4 circa.
Tutti gli articoli di eligio corsini
ESCURSIONE SENZA META E DI PURA BELLEZZA
“Oggi 4 febbraio 2016 – dalla ghiacciata Piana del Gaver – abbiamo intrapreso un’escursione rivelatasi senza meta e di pura bellezza. Veramente l’intenzione era nella Cima Blumone. Tuttavia, la nevicata di ieri ha molto limitato i nostri passi, regalandoci però un paesaggio di assoluta purezza. Turbini di vento spazzavano l’ultima neve dalle sovrastanti cime. E mano a mano che procedavamo sul sentiero Cai n. 26, lo spessore di questa diventava sempre più consistente. Giunti al nuovo Bivacco Blumone, abbiamo pensato che si poteva anche non andare oltre. Ma la tentazione d’affondare fino al ginocchio (avevamo solo i ramponi), stava lì – irresistibile – nell’immacolata piana che per un lungo tratto avrebbe assecondato la nostra euforia. Arrivati dove il sepolto sentiero n. 26 prende a salire, ci siamo mossi ancora, su per il pendio… e gli ultimi di noi incoraggiavano i primi a non desistere. Andrea e Walter, quando hanno passato i cumuli di neve che a vista parevano insuperabili, si sono presi l’applauso. Questo ha permesso alla comitiva d’arrivare (con soddisfazione) ai ruderi di un probabile ospedaletto della Grande Guerra. Oltre non è stato possibile andare, e ricalcando le tracce, siamo ritornati al Gaver.
Dislivello positivo m 950 e km 12 (circa) la distanza percorsa. L’escursione in tutto è durata 6 ore e 30 minuti.”
Pizzo Grande Sordanello m 1574
Giunti a Cornalita (frazione alta di San Giovanni Bianco in Val Brembana), lasciamo l’auto nei pressi di una fontana/lavatoio [ore 8.35]. Poco distante inizia il nostro sentiero che abbandoniamo (verso destra) giunti davanti a un crocifisso. Il nuovo itinerario sale tra rocciosi torrioni prendendo il nome di “Passo lumaca”. Che, ripido, selvaggio e a volte protetto da funi di acciaio, dopo molto dislivello raggiunge “Baita Carlo” [ore 10.05]. Ripresa la salita nel bosco di faggi, guidati da radi bolli bianchi, raggiungiamo “Baita del Sornadello” a 1370 metri s.l.m. [ore 10.45]. Passati alcuni capanni di caccia velocemente raggiungiamo la croce del “Pizzo Grande” a metri 1574 [ore 11.15]. Firmato il libro di vetta e ammirato dal vasto panorama sommitale, non prendiamo il sentiero sotto la croce perchè ripido e innevato. Ma ritorniamo verso la Baita Sornadello, deviando a sinistra per la sottostante stalla [ore 11,55]. Dopo una sosta, riprendiamo a scendere per altro sentiero e per ripidi canaloni: passando alcuni ruderi (Gioana Bela?) raggiungiamo Cornalita [ore 13.40].
Dislivello positivo: m. 1070. Distanza percorsa: km 10. Durata escursione ore 5 e 10″.
Monte Stabio 2536 m
Nuova escursione dei Sempreverdi con la Lega Montagna dell’Uisp di Brescia. Questa volta la destinazione è la Val di Stabio (tributaria laterale della Val Camonica) e il monte Stabio (m. 2536).
Parcheggiato a Campolaro di Prestine lungo la strada per il Passo Crocedomini, al tornante in uscita dal paese, a sinistra, una mulattiera porta alla colonia “Pian di Campo”. Quindi, con direzione nord-ovest, percorriamo il sentiero delle ” Mondole” fino a incrociare la mulattiera che sale da Astrio. Raggiungiamo la “Malga Stabio di Sotto” e quella superiore. Continuando verso l’alto, superiamo i gradoni di varie conchette glaciali tra cui quella con il “Lago della Sorba”. Poi un ultimo strappo fino al passo “Porta di Stabio” m. 2508, quindi in vetta al “Monte Stabio” m. 2536.
Il ritorno è per lo stesso itinerario. Dislivello positivo: metri 1200 circa. Distanza percorsa: km 18.500 circa. Tempo: ore 7