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Pizzo Arera m 2512, Bocchetta di Corna Piana, Passo del Branchino.

Lunga Camminata, sul Pizzo Arera e dintorni, in una bella giornata con temperatura ideale e salita asciutta, senza neve tardiva sul percorso.

Parcheggiato a pagamento all‘Alpe Arera, Zambla alta, distributore automatico all’inizio della salita, abbiamo raggiunto Capanna 2000 col ripido sentiero e da qui, seguendo la chiara traccia, in poco più di due ore, in vetta, avvalendoci del breve tratto attrezzato.

Discesi per la stessa via e considerando il molto tempo ancora a disposizione, con un cambio di programma, abbiamo percorso il sentiero dei fiori, passando dalla bocchetta di Corna Piana fino al passo del Branchino, in un idilliaco panorama alpestre, ritornando poi sulla traccia 222 alla capanna 2000 e alle vetture.

Sulla strada del ritorno, poco sotto l’Alpe, ci siamo concessi un po’ di tempo, nella Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, luogo magico, monumento alla natura nella natura.

Percorsi 13.5 km in 7 ore e 30′ con sislivello totale di 1360 m.

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Monte Sasna 2229 m

Una bella giornata di sole, con temperatura più che mite, ma neve discretamente consistente, ci ha accompagnato alla cima del Sasna.

Parcheggiato nella frazione Nona di Vilminore di Scalve, seguendo l’indicazione Rifugio Cà Rossa, si percorre il sentiero 408 che porta al passo della Manina, che noi abbiamo seguito fino poco dopo le case rosse, deviando a destra e raggiungendo prima l’anticima poi la vetta, con una lunga e ripida camminata.

Al ritorno, dopo il primo tratto per la stessa via, abbiamo proseguito per le creste, raggiungendo il Passo della Manina e la chiesetta, da dove, dopo una piacevole sosta al sole siamo ritornati a Nona.

Abbiamo utilizzato i ramponi, ma per la condizione della neve e la temperatura, sarebbero state più indicate le ciaspole.

Percorso 11,5 km con dislivello di 950 m in 5:45 ore.

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Cime Campione m 2174 e Campioncino m 2100

Giornata “shiny” in val di Scalve, con un sole splendido e cielo tersissimo, poco vento e cime meravigliose tutt’attorno.

Partiti dalla località i Fondi (m 1260), poco oltre Schilpario, abbiamo seguito la strada del Vivione fino a Cimalbosco (m 1580) poi seguendo la traccia 428 al Passo Campelli (m 1892) e al rifugio Campione (m 1940), da dove siamo saliti in vetta al Campione.

Ridiscesi al Rifugio, siamo saliti sul Campioncino, dal quale siamo poi rientrati passando per la malga Campelli.

Percorsi circa 14 km con 1100 m di dislivello in 6:45 ore.

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Pizzo Grande Sordanello m 1574

Giunti a Cornalita (frazione alta di San Giovanni Bianco in Val Brembana), lasciamo l’auto nei pressi di una fontana/lavatoio [ore 8.35]. Poco distante inizia il nostro sentiero che abbandoniamo (verso destra) giunti davanti a un crocifisso. Il nuovo itinerario sale tra rocciosi torrioni prendendo il nome di “Passo lumaca”. Che, ripido, selvaggio e a volte protetto da funi di acciaio, dopo molto dislivello raggiunge “Baita Carlo” [ore 10.05]. Ripresa la salita nel bosco di faggi, guidati da radi bolli bianchi, raggiungiamo “Baita del Sornadello” a 1370 metri s.l.m. [ore 10.45]. Passati alcuni capanni di caccia velocemente raggiungiamo la croce del “Pizzo Grande” a metri 1574 [ore 11.15]. Firmato il libro di vetta e ammirato dal vasto panorama sommitale, non prendiamo il sentiero sotto la croce perchè ripido e innevato. Ma ritorniamo verso la Baita Sornadello, deviando a sinistra per la sottostante stalla [ore 11,55]. Dopo una sosta, riprendiamo a scendere per altro sentiero e per ripidi canaloni: passando alcuni ruderi (Gioana Bela?) raggiungiamo Cornalita [ore 13.40].

Dislivello positivo: m. 1070. Distanza percorsa: km 10. Durata escursione ore 5 e 10″.

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Monte Secco da Cerete di Ardesio, m 2267

Camminata molto bella sul ripido Monte Secco, affascinante cima orobica.

Partiti da Cerete di Ardesio, si raggiunge la località Cacciamali, su strada cementata, poi seguendo la traccia 264 del giro delle baite verso destra, si arriva alla Baita Superiore, dove salendo ancora verso destra ci si porta sulla dorsale, che con un sentiero in alcuni tratti molto esposto, ma con viste stupende, conduce alla sommità a 2267 m.

Percorrendo il crinale, si passa dalla Cima Vaccaro di 1957 metri, sulla quale si trovano una piccola croce, un alberello metallico commemorativi e un interessante indicatore tubolare, delle vette circostanti.

Proseguendo, dopo circa 600 m, si incontra un cartello in legno che indica a sinistra “Giro baite Monte Secco n° 264”, con la meritata raccomandazione “per EE”, che riconduce alla località Cacciamali, inizialmente su prati scivolosi a forte pendenza e poi in un bel bosco di faggi.

Percorsi 12.5 km con 1540 m dislivello in 6 ore e 45′.

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Cima Menna m 2300

Bella gita sulle Orobie in una nuova splendida giornata di dicembre.

Raggiunto Zorzone da Oltre il Colle, poco fuori dall’abitato, indicazione “sentiero Menna” a sinistra, inizia il sentiero Cai 234, che porta prima alla cascina Mattuida, poi al bivacco MAGA Palazzi. Da qui, siamo saliti in vetta, dalla facile cresta, incontrando un numeroso gruppo di camosci e godendoci il magnifico panorama, con Alben e Arera in primo piano e l’intero arco alpino a perdita d’occhio.

Ridiscesi al bivacco, per non farci mancare niente, abbiamo raggiunto con una piccola deviazione la cima Chignol d’Aral di 2068 m.

Iniziato il ritorno ripercorrendo il sentiero della salita, si incontra un bivio con una deviazione a sinistra, che ci ha portato sotto degli spettacolari e inquietanti torrioni di roccia, poi attraverso un folto bosco di conifere con percorso vita al punto di partenza.

Percorsi 12.3 km in ore 06:15 con dislivello di 1350 m.

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Monte Cancervo m 1835 e Monte Venturosa m 1999

Monte Cancervo m 1835 e Monte Venturosa m 1999

Nuova bellissima gita sulle Orobie, in una incredibile giornata primaverile, il due dicembre, si sono viste primule e pervinche.

Partiti dalla frazione Pianca di San Giovanni Bianco (Bg), seguendo la traccia 102, attraverso un bel sentiero fra rocce e faggi, abbiamo raggiunto il monte Cancervo, da dove, scendendo dal versante opposto e superato il passo di Grialeggio (1690 m), abbiamo guadagnato la cima del Venturosa dal fianco ovest.

Da qui, preso il sentiero sud, siamo passati dalla bella baita di Giacom, poi, ancora dal passo di Grialeggio e a sinistra verso le Foppelle, seguendo il sentiero 136 fino alla strada asfaltata, che ci ha riportato al punto di partenza.

Percorsi 14.5 km in 6 ore e 30 con dislivello di 1400 m.

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Monte Pradella 2626 m

Lunga e piacevole gita sulle Orobie, anche se buona parte della salita l’abbiamo percorsa camminando nella nebbia, che favorisce si il raccoglimento e il silenzioso fascino della montagna, ma ci ha defraudato del magnifico paesaggio, comunque ripagati dalla ricomparsa dell’azzurro in vetta e dalla piacevolissima compagnia delle amiche della Lega Montagna.

Partiti dalla centrale Enel di Valgoglio, in val Sanguigno, con un ripido tratto nel bosco abbiamo superato il rif. Gianpace, proseguendo sulla traccia 362, alla malga Prespone (2097 m), seguendo segnavia bianchi, si costeggia il lago Gelato (2417 m) raggiungendo la vetta a 2626 m.

Discesi dal versante opposto, verso il lago Nero, che dopo il primo tratto attrezzato, si sviluppa in un lungo percorso selvaggio, bel panorama sil lago d’Aviasco, fino alla traccia 267 che ci riporta in val Sanguigno.

Abbiamo percorso 19,5 km in 8 ore e 30 con dislivello complessivo di 1750 m.

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Pizzo Tre Confini (2824 m) e Monte Gleno (2882 m) 22/07/2015

Le Orobie non finiscono mai di stupirci, il percorso di queste due cime offre scorci impagabili.

Punto di partenza frazione Pianezza di Vilminore di Scalve, risaliti sguendo il sentiero 411 e superati i ruderi della diga del Gleno, si prosegue per la splendida valle lungo il 410 fino al bivio col 321, che si segue fino al passo Bondione (2680) e da qui la traccia per le vette Tre Confini e Gleno.

Abbiamo detto della bellezza, ma vorremmo anche segnalare una certa pericolosità dei tratti finali, rocce friabili e forte esposizione, è per escursionisti esperti.

Ci sono stati anche piacevoli incontri con gli abitanti di queste terre, marmotta, stambecchi, camosci e una elegante vipera.

Il ritorno lungo una traccia segnata nel ghiaione alla base della vetta del Gleno, fino a riprendere il 321 e ripercorrendo fino a Pianezza.

La camminata é durata 9 ore e 45′, percorrendo 20 km con 1770 m di dislivello totale.

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Monte Madonnino 2502 m 13/05/15

Parcheggiato in loc Bortolotti di Valgoglio, siamo risaliti per la strada asfaltata che costeggia la condotta idroelettrica, poi il sentiero 228 in un favoloso bosco di faggi, a sx all’incroco con la sterrata da sant’Antonio e poco dopo al cippo con la croce a dx sulla strada fino alle baite d’Agnone, da qui seguendo un’incerta traccia lungo la dorsale di costa d’Agnone, abbiamo raggiunto il monte Segnale di 2183 m e proseguendo in cresta si giunge facilmente in vetta al Madonnino, con pochi attraversamenti innevati, senza difficoltà.

Sia lungo la dorsale che in vetta si gode di un panorama molto bello, con le vicine vette dei monti Cabianca, Pradella e pizzo del Becco.

In 6 ore percorsi 15,5 km con 1450 m di dislivello.

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