Archivi categoria: Massiccio dell’Adamello

Bivacco Ceco Baroni m 2800

Mercoledì 9 agosto 2017 – Dopo quasi sei anni i SEMPREVERDI (Cai Provaglio d’Iseo) ritornano in Val Adamé. Quella volta raggiungemmo la “Bocchetta delle Levate” poco oltre il “Bivacco Ceco Baroni” (m 2880). Era settembre: vette spruzzate di neve e il Poia già con una ridotta portata d’acqua. Ricordando questo, alle “Casine di mezzo” (ora “Baita Adamé) non passiamo il torrente sul ponte attiguo, ma proseguiamo diritti, confidando in un possibile guado, più a monte. Puntuali alle 7.45 iniziamo la lunga camminata presso la teleferica attigua alla “Malga Lincino”. “Scale dell’Adamè” – “Rifugio Cai Lissone”, quindi ci addentriamo nella “naturalezza” della lunga valle. Avanti… sempre avanti! Quasi fin dove i Poia vi precipita, balzando impetuoso dallo “stressato” ghiacciaio dell’Adamello. Tuttavia, non avendo trovato un guado, ritorniamo indietro per “forzare” il torrente dove s’allarga un po’. Ci riusciamo (divertendoci anche) e così raggiungiamo il “Bivacco Ceco Baroni” alle ore 12.45. Il panorama sulla valle è grandioso, ma mesto lo sguardo sulla vicina vedretta adamellina, così “nera” e molto crepacciata.

Al ritorno il Poia lo passiamo sul ponte… e con passo sostenuto terminiamo l’escursione in otto ore e quaranta minuti. Appena in tempo per evitare il fortunale che colpì (di lì a poco) la Val Camonica .

Dislivello positivo: m 1354. Distanza percorsa: km 23,500

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Cima Plem m 3182

Gita alpinistica. Risalendo la Val Malga si giunge al  Ponte del Guat mt 1528 dive si parcheggia,  seguendo  l’itinerario n°23 che passa da Malga Premassone e prosegue per le Scale del Miller si giunge al Rif. Gnutti  mt 2166 ore 1.50.  Si prosegue sempre sul sentiero n 23 fino ad incrociare la segnaletica per il Passo del Cristallo mt 2885  itinerario n 31 su placche e pietraie, si supera un canalino altre pietraie e giunge in vetta ore 5 . Ritorno stesso itinerario di salita ore 10. Ascesa mt 1620 Km 17.3

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Passo di Gole Larghe 2804 m

In una splendida e fredda giornata, siamo partiti dal parcheggio poco sopra il rifugio La Cascata in Val Paghera di Vezza d’Oglio e seguendo il ripido sentiero abbiamo raggiunto il rifugio e il lago Aviolo in poco meno di un’ora.

Da qui, prendendo a sinistra l’ex sentiro 35 ora 1 (Altavia), i primi del gruppo, erano al Passo delle Gole Larghe a quota 2804 alle ore 11.20.

Panorama bellissimo grazie anche all’atmosfera tersa, ma un vento gelido ha un po’ affrettato il proseguimento, scesi per la stessa via nel primo tratto, al bivio con il 35A, il gruppo si è diviso, metà è risalito al passo delle Plate a 2600 m e ridisceso al lago Aviolo passando dalla malga omonima e metà direttamente dalla via di salita.

Sono stati percorsi rispettivamente 13,5 km con 1850 m di dislivello in ore 8.15 e 9 km con 1350 m di dislivello in ore 7.30

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Monte Listino m 2750

Mercoledì 28 settembre 2016: gran giornata autunnale vissuta insieme alla Lega Montagna Uisp di Brescia, compiendo un percorso circolare (molto suggestivo) intorno al Blumone e allo Scoglio di Laione avendo come meta il monte Listino.
Partiamo dalla Piana del Gaver (m 1500 circa),  per l’itinerario n. 26  risalendo la valle del Caffaro su una bella mulattiera, superando il bivacco Blumone e passando anche di fianco ai ruderi di un ex ospedaletto militare. Sbuchiamo, infine, sopra il salto che difende il passo del Termine (m 2334), con numerose e diroccate fortificazione della Grande Guerra. Quindi, incrociamo poco dopo il sentiero n. 1 e continuando diritti, parallelamente alla cresta che scende dal m. Listino (m 2750), lo raggiungiamo alle ore 11.05.
Ritornati all’incrocio col sentiero dell’Alta Via dell’Adamello, lo percorriamo in direzione del passo di Blumone (m 2633): suggestiva è la visione del lago della Vacca, verso il quale scendiamo arrivando alle ore 13.45 al rifugio Tita Secchi.
Sotto la diga dell’invaso artificiale inizia l’itinerario n. 17 che ci porta alla partenza in meno di un’ora e mezza.I vasti panorami, l’asprezza del terreno e i mutevoli aspetti paesaggistici (in primo luogo le elevate rocce del Blumone e del Laione), ne fanno un grande itinerario escursionistico, impegnativo comunque per il dislivello positivo di circa 1500 metri, e per la distanza complessiva da percorrere (km 19).

Monte Laione (m 2757) e Monte Frerone (m 2673)

 

E’ cosi! quando si rinuncia (il mercoledì), per maltempo, il dì seguente la partecipazione è scarsa, essendo ognuno preso da altri impegni. Tanto che ci siamo ritrovati in sei per andare in Bazena, avendo come meta tanto cima Laione che il monte Frerone. Partiamo alle ore 7.30 dal rifugio Tassara (m 1802) avvolti da una fitta nebbia; fortunatamente si dirada allorchè passiamo la sella che immette nella vasta conca dominata dal m. Frerone. Il sentiero è il N. 1: l’Alta via dell’Adamello. Costeggiando il m. Cadino giungiamo al passo di val Fredda (m 2338). Quindi, per una mulattiera pianeggiante, perveniamo al passo della Vacca (m 2335) e al vicino rifugio Tita Secchi. Tenendo a sinistra il lago della Vacca, saliamo tra estese pietraie al passo di Blumone (m 2633) ore 10.30. Nebbia e sole altalenanti conferiscono alla montagna un aspetto severo. Lo sguardo s’allarga (per l’ultima volta) verso le vette circostanti, in primis verso la vicina cima di Laione (m 2757) che raggiungiamo alle ore 11.00.

L’altra meta dell’escursione: il monte Frerone, appare ad alcuni troppo distante ed impegnativa. Tanto che ci dividiamo… (e la cosa non dovrebbe ripetersi perchè non è bello separarsi in montagna). Tre ripercorrono il sentiero verso Bazena, mentre lo scrivente ed Aldo accompagnano “l’irriducibile” Antonio nella nuova e faticosa avventura. Calcando il sentiero Antonioli raggiungiamo cima Galliner (m 2576). Poi lunga discesa sulla mulattiera militare della Grande Guerra fino al passo Forcellino di Mare (m 2191) ore 13.10. Ed ancora verso il rifugio Gheza (m 2087) da dove ripartiamo alle ore 13,30 risalendo le “foppe di Braone” verso il passo del Frerone (m 2447). Ormai avvolti da una fitta nebbia, alle ore 14.52 siamo sul monte Frerone (m 2673). Restiamo solo il tempo di una foto: urge ritornare a valle. Ritroviamo il sentiero N. 1 al passo di Val Fredda e alle 16,30 terminiamo l’escursione a Bazena.

Dislivello positivo (primo gruppo1): m 1000 circa

Dislivello positivo (secondo gruppo) m 1600 circa. Distanza percorsa: km 22 circa. Durata escursione ore 9

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Presanella 3558 m

Due splendide giornate per questa sempre magnifica Presanella.

Parcheggiato nei pressi della Malga Vallina d’Amola (q.2008 m.) dopo Carisolo, abbiamo raggiunto il rifugio Segantini (2373 m), percorrendo 2,5 km con 360 m di dislivello lungo il sent. 211.

Dopo un’allegra serata, la partenza all’alba ci ha offerto spettacolari vedute. Saliti dalla via attrezzata, abbiamo raggiunto la vetta per l’impegnativo ma bellissimo percorso, superando 1260 m di dislivello, ritornando poi dalla stessa via.

Percorsi in totale 16.5 km con 1620 m di dislivello.

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Cima Mattaciul 2845 m e Cima Rovaia 2528 m

A distanza di due anni, quando dovemmo interrompere poco prima della sommità per nebbia e ghiaccio, abbiamo trovato una splendida giornata, che ci ha permesso di bearci del panorama, quasi infinito, che offre questa bella montagna che divide la Valgrande dalla Val Cané.

Partiti dal parcheggio alla fine della strada asfaltata, località Plassacù (1310 m), sopra la frazione Tu di Vezza d’Oglio, siamo saliti per la mulattiera a sinistra, seguendo le indicazioni Cima Rovaia e Museo della Grande Guerra, prendendo dopo poco il sentiero a destra, con le stesse indicazioni.

Il percorso, sale ripido attraversando un grande bosco di larici, alla cui fine si apre un bel paesaggio erboso, dove a quota 2300 m siamo svoltati a destra per visitare il museo all’aperto, ricavato fra le trincee, ancora visibili e ben conservate, proseguendo il sentiero sale con ripidi zigzag a altre installazioni militari e presto inizia la zona pietrosa, dove seguendo i segnavia Cai e i grandi ometti in pietra si raggiunge alla sommità.

Ridiscesi per la stessa via, ma salendo sulla Cima Rovaia (2528 m), aggirata all’andata, poco sotto il museo, seguendo un sentiero, inizialmente in salita a sinistra abbiamo raggiunto Malga Tremonti e con un lungo percorso un po’ a vista con qualche tratto scosceso nel bosco, raggiunto il sentiero n° 3 siamo rientrati al parcheggio, passando da alcuni insediamenti di antica architettura spontanea veramente belli.

Percorsi 20 km in oltre 9 ore con 1750 m di dislivello totale.

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