Approfittando degli unici due giorni di buone previsioni meteo, per il due e tre Agosto (2016), un piccolo gruppo dei Sempreverdi è partito per una salita in Adamello, con pernottamento al Rifugio Gnutti, raggiunto dal ponte del Guat e Scale del Miller.
Il tempo bellissimo, anche oltre le aspettative, ci ha regalato emozioni e panorami indimenticabili.
Partiti alle ore 04.15 Percorso il sentiero 23 fino a fondo valle, con la via attrezzata Terzulli abbiamo raggiunto il Passo Adamello e passando sotto il bivacco Ugolini la vetta in 4 ore e 25 min.
Il ritorno per la stessa via percorrendo in totale 31 km con 2100 m di dislivello.
Lunga e impegnativa camminata nel bellissimo ambiente dell’Adamello, con le pietrose valli ingentilite dall’erba e dai molti fiori, ma superati i 2800 m l’orizzonte ci è stato nascosto dalle nuvole e non abbiamo potuto goderci il meraviglioso spettacolo che sa offrire questa ruvida cima.
Parcheggiato al Ponte del Guat in Val Malga (1540 m), in pochi minuti si raggiunge Malga Premassone, dove pure c’è parcheggio, ma a pagamento e poco oltre siamo saliti a sinistra per il sentiero 13 che porta al rifugio Tonolini (2467 m), bel panorama della valle e dei laghi Baitone, Rotondo e Bianco, anche se le sommità dell’anfiteatro erano nascoste.
Percorrendo un breve tratto dell’Alta Via n° 1, abbiamo imboccato a destra il ripido sentiero per il Passo del Cristallo (2889 m), dal quale tenendo la sinistra, una traccia ben segnata porta in vetta, dove aspettando inutilmente un’apertura nelle nuvole, dopo picnic e foto siamo ritornati al passo e per il sentiero 31 al rifugio Gnutti (2183 m), dal quale lungo il 23 e le scale del Miller alla partenza.
Percorsi circa 19 km in 10 ore con un dislivello di 1670 m.
Abbiamo raggiunto il Pian della Regina esattamente anche due anni fa, nel 2014. Sebbene sia un’escursione che in luglio ha la bellezza di estese fioriture di rododendri, troppo poco tempo è trascorso da allora. Infatti nel nostro programma sta il monte Redival presso il Tonale. Ma, causa maltempo, già il valico alpino sappiamo (internet!) coperto di neve. Così optiamo (strada facendo) per il Pian della Regina da Saviore dell’Adamello. Lasciate le vetture poco prima del caratteristico “Plot Campana”, passando dalla Malga Casentia (m.1843) e seguendo il sentiero Cai n. 85, in meno di tre ore siamo in vetta (m 2628). Sospinti pure da un vento freddo che ha ripulito il cielo, sicchè lo sguardo spazia largo: dal solco della Val Camonica alle Orobie, dalle Alpi svizzere all’imponente e vicina verticale dell’Adamello.
Scendendo da versante opposto, lungo il ripido sentiero n. 93, di fronte abbiamo il Piz Olda (m 2495): è nostra buona abitudine coniugarlo sempre al Pian della Regina. Raggiuntolo, scendiamo verso la Malga Corti per rifocillarci al caldo sole. Quindi, andando un po’ ad intuito nelle sottostanti abetaie, e imboccato un sentiero della Resistenza, raggiungiamo facilmente il punto di partenza. Dislivello positivo m 1350. Distanza percorsa: km 12. Durata escursione: ore 6,45
Per la bella salita sul monte Aviolo, abbiamo trovato una limpida giornata ideale, che ci ha permesso di godere a pieno del vasto panorama sulle Alpi e la valle Camonica.
Lasciate le vetture al parcheggio in località Pozzuolo, sopra Edolo, il percorso inizia seguendo la sterrata a sinistra (traccia 72), fino a incontrare a destra il sentiero n° 34, che sale molto ripido prima nel bosco poi nella pietrosa conca morenica, dove si è circondati dalle maestose creste rocciose dei monti Colmo, Foppa e Aviolo.
Seguendo il percorso, molto ben segnalato, si risale il versante sinistro della conca e superando una piccola lingua di neve tardiva e un paio di tratti attrezzati con catena, siamo arrivati sulla ruvida vetta di granito, impiegando circa 4 ore dalla partenza.
Nella discesa, ripercorrendo lo stesso itinerario nella parte iniziale, giunti al bivio con il sentiero 34A, il gruppo si è diviso, quattro persone hanno preferito tornare alle macchine ripetendo il percorso di salita, mentre le restanti otto, hanno percorso questa via, che con un bel traverso raggiunge il passo Foppa e scende al rifugio Malga Stain e da qui di nuovo a Pozzuolo.
L’escursione, benchè non lunga, è piuttosto faticosa, ma la bellezza di questa ostica montagna ci ha ampiamente ripagato.
Percorsi circa 10.5 km in 8 ore e 30′ con dislivello di 1450 m
Prima camminata in alta quota, sulla facile Cima Presena, in una giornata dove sole e nubi si sono contesi la scena, ma con temperatura ideale e fresca brezza per tutto il percorso, salvo brevissime ventate fredde.
Superato il Passo Tonale di un km circa verso Vermiglio, si svolta a destra e si trova un buon parcheggio sulla sterrata, in corrispondenza del cartello di divieto a proseguire, si segue la strada coincidente con la traccia 281, che superata la galleria percorre la bellissima e fiorita Val Presena e porta ai resti del villaggio militare, con i suoi muri a secco che si confondono perfettamente con le rocce. Tenendo il sentiero di sinistra, siamo giunti alla ex Capanna Presena, dov’è ancora aperto il cantiere del nuovo albergo, da qui siamo risaliti lungo la pista alla stazione di arrivo al Passo Presena della nuova funivia e superati gli ultimi 80 m su neve abbastanza consistente, in vetta.
Per la discesa abbiamo percorso lo stesso itinerario, con la sola variante di passare dal passo Paradiso.
Percorsi 17 km con un dislivello di 1250 m in 07 ore e 30′, utilizzati piccozza e ramponi.
Il Sentiero dei Fiori è di una bellezza che lo ha reso praticamente meta di pellegrinaggio più che escursione, ma consigliamo di non commettere l’errore di snobbarlo a causa della sua popolarità.
Raggiunto il Passo Paradiso (2573), con la cabinovia dal Tonale, abbiamo seguito il sentiero 44 a dx, raggiungendo il passo del Castellaccio (2963), poi risalito un breve tratto di cresta a sx, al passo di Casamadre ci siamo equipaggati per la ferrata, qui inizia il Sentiero dei Fiori.
Lungo questo meraviglioso cammino, si trovano le deviazioni per il Nido dell’Aquila, un punto di vedetta della Grande Guerra, da noi non visitato e per Punta Lagoscuro, una bella vetta di 3166 m.
Un momento particolarmente divertente è stato il passaggio sui due ponti tibetani, emozionanti per tutti.
Giunti al passo di Lagoscuro, abbiamo proseguito per la Cima Payer di 3056 m, percorrendo un altro tratto attrezzato, poi, ritornati al passo, siamo scesi per la pietraia sopra il rifugio Mandron Città di Trento, tenendoci in quota sotto le rocce, per risalire al Passo del Maroccaro e da qui ridiscendere al Passo Paradiso, con ramponi calzati.
Un simpatico evento: a questa gita, oltre ai soliti “vecchi” (alla lettera) Sempreverdi, ha partecipato un giovanissimo germoglio, l’intrepido Tommaso di 12 anni.
Percorso totale 8 km in 07 ore e 45′ con un dislivello di 1000 m.
Due giornate piacevolissime sulla stupenda Presanella, la nuvolosità in quota ci ha un po’ defraudato del panorama delle giornate limpide, ma il fascino di questa cima rimane intatto comunque.
Lasciate le vetture al Forte Piazzi Alti, sentiero 233 in 1 ora e 20 arriviamo al rifugio Denza, dove l’allegra cena è presto diventata un’allegrissima festa montanara, che ci ha visti coinvolti in balli e canti con un gruppo di simpaticissime signore vicentine, trascinati dalla fisarmonica di Mirko.
Ringraziamo per questi momenti felici i gestori del rifugio Mirko e Erica Dezulian, una bellissima e giovane coppia, dei veri rifugisti, con grande passione per la montagna, che ci hanno mostrato il volto migliore dell’ospitalità trentina.
Giu dalle brande alle 03 e 45′, siamo partiti per la via normale alle 04 e 15′ seguendo la traccia 206 per il passo Cercen (3022 m) aggirando Cima Vermiglio al passo Freshfield (3375 m) e raggiungendo la vetta dal versante sud in 4 ore e 45′.
La temperatura era elevata ancor prima dell’alba e la neve già cedevole al primo contatto, è stata fonte di un po’ di apprensione per il ritorno, comunque è andato tutto bene e verso le 13 eravamo nuovamente al Denza.
Complessivamente abbiamo percorso 7,5 km in 2 ore e 40 per andata e ritorno dal parcheggio al rifugio e 11,5 km in 8 ore e 45′ per la salita in vetta e ritorno al rifugio con un dislivello complessivo di 1680 m.
Partiti dal rifugio Nikolajewka (1502 m), si sale il ripido sentiero 26, fino al Cassinello di Blumone (2099 m) e da qui a sx per il n° 27, ben segnato anche nel tratto di pietraia, che ci porta al passo Blumone (2633 m), in un bell’ambiente di verde e granito.
Dai grossi massi granitici del passo si apre la splendida vista del lago della Vacca, che si raggiunge facilmente percorrendo il sentiero n° 1 fino al rif. Tita Secchi (2362 m). Ritorno al punto di partenza col sentiero Antonioli n° 17.
Si sono percorsi circa 13 km in 5 ore e 45 minuti con un dislivello totale di 1200 m.
Pensata come una delle ultime ciaspolate di stagione, siamo partiti dagli impianti dismessi del Tonale, risalendo parte della pista e il canalino a dx delle rocce, arrivando al passo Paradiso, proseguendo sulle piste si è raggiunta poi la capanna Presena e il passo Presena a quota 3000.
Qui la neve di Pasqua non ben assestata e il vento ci hanno consigliato di rinviare la cima alla stagione estiva.
Giornata splendida, pendenze durissime e panorami magnifici, anche se la vista costante degli impianti di risalita e la quantità di persone che solitamente non incontriamo, non sono il sogno del tranquillo ciaspolatore.
Percorso circa 10,5 km con dislivello di 1125 m in 6 ore
Salendo da Vezza d’Oglio, lungo via Tagliamento, causa strada ghiacciata abbiamo parcheggiato poco prima del ponte Scalvino a 1150 m, da qui, superato il rif. Cascata (1453 m), seguito il tornante a sx lungo il sentiero 72 fino alla località Pornina (1734 m). Indossate le ciaspole, voltando a dx, siamo usciti dal bosco di conifere e in un paesaggio meraviglioso per limpidezza e panorama, si sono raggiunti i 2300 m della Cresta Salì, un palco privilegiato sul corno Pornina, il monte Aviolo, il monte Avio, il corno Plazza e altro. I numeri della camminata sono 20 km, 1150 m di dislivello in 6 ore e 15 min. Un “marcå brao” a Valentino che l’ha proposta.