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Laghi di Val di Scala 2100 m

Inconsueta gita in valle Scala con ottimo pranzo all’agriturismo Al Plas, poco sopra l’abitato di Paisco, in valle Camonica.

Dall’agriturismo abbiamo risalito la strada fino al cartello che indica la scorciatoia per il rifugio Torsoleto (sentiero 160B) Che porta alla prima malga a quota 1741 e proseguendo alla seconda Malga di Val di Scala a quota 2014, dalla quale seguendo la medesima traccia, con qualche piccola difficoltà per la neve, siamo arrivati ai laghetti ghiacciati, dai quali si vede uno spettacolo straordinario, a partire dalla cima Plem, Adamello e fino alle montagne bergamasche, il gruppo della presolana.

In questa giornata abbiamo avuto un ospite eccezionale, Enrico, un coraggioso giovane non-vedente, che accompagnato con perizia e generosità dal nostro amico Giordano, è arrivato fino oltre la malga superiore, dimostrando una sorprendente abilità, sul non facile terreno della montagna, oltre a essere una piacevolissima compagnia.

Ritornati all’agriturismo, abbiamo trovato un memorabile ricchissimo pranzo, cucinato dalle mani fatate della signora Lucia, ravioli, grigliata, cinghiale e una strepitosa mostarda di loro fattura, che merita il viaggio.

L’escursione è stata di 10 km in circa 4 ore con dislivello di 800 m.

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Monte Spino m 1488

Camminata molto panoramica il giro delle Marmere col Monte Spino e il rifugio Pirlo allo Spino, che però richiede molta attenzione, per l’esposizione del sentiero, soprattutto in questa stagione, lungo tutto il cammino sulle creste, abbiamo trovato una leggera nevicata.

Siamo partiti dall’agriturismo ai Traversanti sopra Collio di Vobarno, percorrendo la ripida strada coincidente col sentiero n° 9, fino al bivio con il 4 bis, che a sinistra porta sul monte Forametto (1240 m), dal quale camminando in cresta, si scende al buco del Tedesco e all’omonimo passo, per risalire sulla Marmera, ridiscendere al passo del Gatto e con un ultimo sforzo in vetta allo Spino.

Poco prima delle Marmere un gruppo è sceso a destra e ci ha preceduto al rifugio Pirlo, accendendo un bel fuoco e all’arrivo di tutti, un festosissimo e rumoroso brindisi, con una strepitosa torta al cioccolato, opera d’arte di Rosemarie e prosecco di Antonietta, per festeggiare i loro compleanni.

Da qui per la traccia 9, con un lungo saliscendi fra i boschi autunnali, siamo ritornati alle vetture.

Percorsi 17 km co 1630 m di dislivello in 8 ore e 45 minuti.

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Pizzo Formico 1636 m da Sovere

Lunga e bella camminata nella variegata natura delle alture bergamasche, per la salita al Formico, anche se la visibilità non sempre buona ci ha defraudato di parte del bel panorama dalla cima, è una gita che che merita sempre di essere affrontata.

Siamo partiti dal Santuario della Madonna della Torre, sopra Sovere, prendendo inizialmente la ripida stradina oltre il parcheggio, poi a destra per la croce di Corna Lunga e da qui per le creste, che in alcuni tratti rivelano impressionanti strapiombi verso la valle che porta a Clusone, dopo poco, ci si inoltra in un tratto di bosco dipinto con gli intensi colori verdi del muschio, che termina nei prati di malga Monte Alto.

Da qui siamo scesi ai Campi d’Avena e lungo il 545 ai Morti della Montagnina, con la commovente cappelletta piena di fotografie ricordo, che inevitabilmente riportano il pensiero alla nostra reale gracilità su questa terra.

Dopo meno di un’ora eccoci alla crociona di vetta.

Nel ritorno, un piccolo gruppo è salito al rifugio Parafulmine, per poi ritrovarci tutti alla Malga Lunga, dove abbiamo visitato il museo della Resistenza, Vedendo le foto di quel terribile periodo e i ritratti di quei poveri, giovanissimi ragazzi, fucilati prima di vedere i 20 anni, e ai quali dobbiamo tutta la nostra libertà, non si trovano parole, che peraltro non servono, solo un grazie a chi tiene in vita queste istituzioni che ci aiutano a non dimenticare.

Dalla malga siamo ritornati al santuario, percorrendo 23 km con 1450 m di dislivello in poco meno di 8 ore.

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Punta Almana 1390 m

Sorpresi dalla prima neve, abbiamo optato per una passeggiata sui monti di casa, e ne è nata una bellissima gita sulla Punta Almana, abbiamo trovato un tempo stupendo e attraversato ambienti così diversi fra loro da lasciarci stupiti, malgrado la conoscenza delle nostre cime.

Partiti da Inzino (388 m), abbiamo preso il ripido sentiero 314, che con un bel percorso boschivo, risale il fianco sinistro della valle e raggiunge Malga Casere a 933 m e Ronchi di Casere a 1017 m,

quindi la vetta lasciando la sterrata all’indicazione del giro delle malghe.

Proseguito lungo le creste a nord, siamo scesi alla Forcella di Sale dal sentiero attrezzato 3VA, poi a sinistra della santella, il sentiero 290 fino a Croce di Marone, una sosta spuntino nella soleggiata area picnic e la discesa dal sentiero 315 nella valle d’Inzino, che incontrando il 316 della Valle della Lana ci ha riportato alla partenza,

Quet’ultima parte del percorso, merita di essere raccomandata per la bellezza e la varietà ambientale e per la ricchissima vegetazione. A tratti si ha l’impressione di trovarsi in un luogo esotico, in un mondo perduto, massi muschiosi, il torrente Re che lambisce i nostri piedi e un attimo dopo lo si vede decine di metri sotto in orridi impressionanti di rocce scoscese, cascate multiple e laghetti limpidi, un mondo da favola.

Percorsi 16 km in 7 ore con circa 1200 m di dislivello.

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Corno Tremoncelli 2834 m

Il percorso che ci haaccompagnato sul Tremoncelli, attraversa un paesaggio di inattesa bellezza, soprattutto in prossimità dei numerosi laghetti, dove ci si trova immersi in oasi di serenità che solo la montagna sa regalare.

Parcheggiate le vetture al bivio per le casine di Val Bighera, proveniendo dalla stradina che devia a destra poco prima del passo Mortirolo (da qui parte anche la salita per il Pagano in direzione opposta), si scende la sterrata per breve tratto fino alla partenza a sinistra del sentiero, e si procede inizialmente con poca pendenza, raggiungendo la bellissima conca del lago Seroti inferiore.

Da qui seguendo le chiare indicazioni, siamo proseguiti a destra per il sentiero dell’Asino, raggiungendo in poco più di 2 ore i laghi Seroti, nella loro fantastica ambientazione e quindi in vetta lungo la traccia pietrosa.

Da questa cima, si ha una splendida visione della verde Valtellina e dell’abitato di Sondalo.

Per il ritorno abbiamo ripercorso lo stesso tragitto fino ai laghi, deviando poi a destra per il lago Storto, ritornando al Seroti inferiore con un ripido sentiero, quindi alla partenza.

Percorsi 15 km in 7 ore con 1185 m di dislivello.

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Cima Mattaciul 2845 m e Cima Rovaia 2528 m

A distanza di due anni, quando dovemmo interrompere poco prima della sommità per nebbia e ghiaccio, abbiamo trovato una splendida giornata, che ci ha permesso di bearci del panorama, quasi infinito, che offre questa bella montagna che divide la Valgrande dalla Val Cané.

Partiti dal parcheggio alla fine della strada asfaltata, località Plassacù (1310 m), sopra la frazione Tu di Vezza d’Oglio, siamo saliti per la mulattiera a sinistra, seguendo le indicazioni Cima Rovaia e Museo della Grande Guerra, prendendo dopo poco il sentiero a destra, con le stesse indicazioni.

Il percorso, sale ripido attraversando un grande bosco di larici, alla cui fine si apre un bel paesaggio erboso, dove a quota 2300 m siamo svoltati a destra per visitare il museo all’aperto, ricavato fra le trincee, ancora visibili e ben conservate, proseguendo il sentiero sale con ripidi zigzag a altre installazioni militari e presto inizia la zona pietrosa, dove seguendo i segnavia Cai e i grandi ometti in pietra si raggiunge alla sommità.

Ridiscesi per la stessa via, ma salendo sulla Cima Rovaia (2528 m), aggirata all’andata, poco sotto il museo, seguendo un sentiero, inizialmente in salita a sinistra abbiamo raggiunto Malga Tremonti e con un lungo percorso un po’ a vista con qualche tratto scosceso nel bosco, raggiunto il sentiero n° 3 siamo rientrati al parcheggio, passando da alcuni insediamenti di antica architettura spontanea veramente belli.

Percorsi 20 km in oltre 9 ore con 1750 m di dislivello totale.

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Redival m 2973

 

Partenza alle ore 5,00 da Provaglio, alle ore 7,00, dopo aver raggiunto il Tonale, si parte dal vecchio Ospizio m.1971, dove abbiamo lasciato le macchine.

Si prende il sentiero, che con larghi zig zag ,ci porta in direzione del Tonale orientale.

Si prosegue per la forcella raggiungendo la Citta Morta, i resti del grande accampamento austriaco

della Grande Guerra.

Si cala dalla forcella , attraverso i ruderi della Citta Morta e passando da un sentiero in direzione nord, si giunge sotto il Torrione d’Albiolo.

Proseguendo sul sentiero della conca dei laghi di Strino, si và all’attacco della cresta per tracce a zig zag e per sfasciumi ghiaiosi, che ci porta fino alla Bocchetta di Strino, che si affaccia sulla Val Montozzo.

Il sentiero prosegue su un percorso di pietre e sfasciumi e si raggiunge la grande croce della Vetta del Redival a m. 2973 alle ore 10,50.

La discesa avviene dalla facile dorsale sud, passando su sfasciumi e vaghe tracce, piegando verso nord ovest si rientra ai laghi di Strino. Il percorso si chiude ad anello raggiungendo il Bait del Porzelain, poi proseguendo per il forte Saccarana.

Da qui con un traverso lunghissimo,panoramico e quasi pianeggiante si raggiunge il vecchio Ospizio, punto di partenza, alle ore 14,30.

Percorsi 19.5 km in ore 07.15 con dislivello di 1300 m.

(testo di Aldo)

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Santa Maria del Giogo

Malgrado lo spostamento della giornata abituale per maltempo, durante la strada per il programmato Pizzo Arera, , nuvolone minacciose ci hanno consigliato un ripensamento, ma anche la seconda scelta sulla Corna Trentapassi è “naufragata” in un bell’acquazzone.

A questo punto il gruppo si è diviso, due optano per una gita ciclistica e quattro temerari partiti da Provaglio, passando per Madonnina, Fedrighì, Punta dell’orto e Cappuccio raggiungono con una lunga camminata Santa Maria del Giogo sopra Sulzano, dove l’accogliente trattoria serve birra e un magnifico piatto di tagliatelle al salmì di selvaggina .

Il percorso è stata anche l’occasione per ammirare dall’alto The Floating Piers di Christò, grande evento sul lago d’Iseo, di risonanza mondiale.

Ritorno a Provaglio, per Nistisino, Portole, Pollai, Balota del Coren e Madonnina.

Percorsi 27 km con 1200 m di dislivello, in 9 ore e 30′.

(Testo di Aldo)

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Eremo di San Glisente da Montecampione

Robusta camminata sulle belle prealpi camune, iniziata sotto un variopinto e movimentato cielo, con sole e nubi che cambiavano alternativamente lo scenario della natura come in un teatro, ma terminata sotto una discreta pioggia, che comunque nulla ha tolto al piacere della gita e della compagnia.

Raggiunto l’insediamento di Montecampione 2 e lasciate le vetture, siamo risaliti lungo la pista alla Stanga di Bassinale (1897 m), seguendo il 3V via bassa, siamo passati da malga Rossello di sopra, malga di Rossellino e in prossimità del bivacco Bassi, abbiamo seguito a sinistra la traccia 80, che passando sotto il monte Fra, raggiunge la colma di San Glisente (2151 m) e il bellissimo Eremo di San Glisente (1956 m). L’eremo è appoggiato su una verde collina con una bellissima vista ed è interessantissima e commovente l’antica cripta del Santo, con le sue quattro esili colonne sormontate da rozzi capitelli, prfettamente proporzionati, luogo perfetto all’idea di serenità.

Lasciato l’eremo siamo scesi alla sottostante ca del Pastore, ma compreso che non era il percorso giusto siamo risaliti dai prati riguadagnando il sentiero 80 e ripassando dal Bassi siamo ritornati a Montecampione per la stessa via.

Percorsi 25 km in 7 ore e 45′ con dislivello totale in salita di 1235 m.

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Intorno all’Alpo senza raggiungere la “Sella di Caplone”

Abbiamo scelto le alture vicine al Lago d’Idro perchè meno interessate dalla persistente pioggia di questi giorni.

Da Bondone di Trento (ore 8.25), percorrendo il “Sentiero Antonioli, abbiamo raggiunto la località Alpo (ore 9,50) avendo come destinazione  la “Sella di Caplone”, per poi valutare il da farsi. Tuttavia, sbagliando strada, ci siamo lungamente inoltrati nella direzione opposta per la “Strada Spessa”, deviante verso Storo. Scoperto l’errore e ritornati all’Alpo (ore 11.20), dopo lo spuntino e la foto ricordo abbiamo preso la carrozzabile per ritornare a Bondone, essendo le creste del Caplone già interessate da piovaschi. Cosicchè poco oltre abbiamo trovato i cartelli giusti, indicanti… la nostra meta.

Dislivello positivo: m 800 circa. Distanza percorsa: km 15 circa. Durata escursione: ore 5.

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