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Passo Belviso m 2518 monte Gleno m 2882

Sempreverdi gruppo B

Oggi la nostra camminata ha percorso per tutta la sua lunghezza l’idilliaca valle del Gleno, pendii erbosi solcati da ruscelli che sgorgano dalle pareti rocciose, l’ambiente intimo e selvaggio delle Orobie.

Lasciate le vetture a Vilminore di Scalve, si prende obbligatoriamente in questa stagione, la navetta per la frazione di Pianezza a 1260 m, che con i suoi 35 abitanti non può ospitare tutte le automobili dei turisti.

Da qui si seguono le indicazioni per i ruderi della diga del Gleno (sentiero 411), testimonianza della tragedia del 1923, che si raggiungono in meno di un’ora. Attraversato il ponticello, si costeggia il lago e si percorre tutto il ben segnato e visibile sentiero, che risale la valle, fino a incontrare un grosso omino di pietre con cartelli e indicazione 50′ per il passo Belviso. Qui la deviazione verso sx (lato dx orografico) porta al passo del Bondione e al pizzo Tre confini, noi proseguiamo verso il fondovalle e dopo poco, a un secondo bivio, si stacca il sentiero per il monte Gleno, preso poco prima dagli amici del gruppo A, mentre noi proseguiamo dritti e raggiungiamo la nostra meta in poco più di 3 ore e mezzo da Pianezza.

Qui ci attendeva una famiglia di stambecchi dalle lunghissime corna e la bella vista del lago di Belviso e la valle del Vò.

Dopo il picnic, abbiamo percorso un breve tratto del sentiero per il Rif Tagliaferri, fino a una gola che apre il panorama sulla valle, senza riuscire a vedere il rifugio e abbiamo iniziato la lunga discesa del ritorno per lo stesso cammino.

Alla diga ci siamo ricongiunti con il gruppo A, di ritorno dalla cima del Gleno e assieme siamo ridiscesi a Pianezza.

Percorsi circa 19 km con 1350 m di dislivello in 7 ore e mezzo.

Gruppo A

Il gruppo A ha seguito lo stesso percorso fino al bivio per il monte Gleno, che si incontra poco dopo il bivio per il passo del Bondione, seguendo poi il ripido sentiero a sx, che contrassegnato da bolli rossi e alcuni ometti, porta al goletto di Gleno e da qui ancora a sx per la cima, risalendo una traccia sul ripido pendio di detriti e roccette friabili.

Discesa per lo stesso itinerario.

Percorso circa 19 km con 1632 m di dislivello in 7 ore e mezzo

Foto passo Belviso

Foto monte Gleno

GPS passo Belviso

GPS monte Gleno

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BIVACCO DON GIULIO CORINI PASSO DEL VALZELLAZZO DA VILLA DI LOZIO

BIVACCO DON GIUGLIO CORINI PASSO DI VALZELLAZZO M.2016

Raggiunta la località Villa di Lozio, a m. 1050, lasciamo le auto nel parcheggio di via Golo dove, nelle immediate vicinanze, una segnaletica in legno, posta all’inizio di una mulattiera, indica la direzione per il Bivacco Don Giulio Corini. L’itinerario iniziale si estende attraverso un fitto bosco che percorriamo fino a raggiungere i verdi spazi aperti, dove seguiamo la traccia di sentiero che volta a destra e sale, con discreta pendenza, la lunga dorsale prativa fino ad intercettare il sentiero n°6. Svoltiamo a destra sullo stesso e proseguiamo in alternati saliscendi fino a raggiungere la Malga di Vai Piane a m. 1998. Continuiamo ora con più prudenza in quanto la morfologia dell’ambiente circostante cambia aspetto e difficoltà, presenta infatti alcuni passaggi su roccette con terriccio umido e tratti esposti, in parte attrezzati, fino alla sella che sovrasta il Passo di Valzellazzo. Discendiamo la sella e in breve tempo siamo al Bivacco a m. 2016. La struttura, dedicata a Don Giulio Corini, è sita al Passo del Valzellazzo nel gruppo del Cimon della Bagozza ed è stata posata in opera nell’agosto del 2017. Ritorniamo a Villa di Lozio per lo stesso itinerario ripercorso a ritroso.

Durata Escursione h. 06,37  Ascesa totale m.1290

Distanza percorsa Km 16,00

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MONTE TIMOGNO M. 2096 E CIMA BENFIT M.2172

VALZURIO MONTE TIMOGNO M.2096 CIMA BENFIT M. 2172

 

Valzurio m.814 slm, frazione del comune di Oltassenda Alta BG, località di partenza dell’escursione.

Lasciate le auto ci dirigiamo verso sud ovest lungo la stradina, a tratti con forti pendenze, per Colle Palazzo. Raggiunto il colle, a m.1267, continuiamo per Case Campello m.1556 seguendo il sentiero che costeggia il muro, costruito con pietre incastonate una sopra l’altra, che delimita il confine tra il bosco e i prati sottostanti. Ora il sentiero si inerpica lungo il crinale erboso che ci porta alla Baita Alta Remescler a m.1849. Oltrepassiamo la Baita e proseguiamo, in leggera ascesa, fino alla sella sotto le pendici del Monte Timogno, per poi affrontare l’ultimo tratto, senz’altro il più impegnativo della giornata, che porta alla cima a m.2096. Caliamo per la cresta ad est e risaliamo la dorsale che porta alla cima del monte Benfit a m.2172. Continuiamo nell’alternato saliscendi fino a raggiungere la sella ad est del Benfit a m.2103. Discendiamo il vallone fino ad una malga, oltre la quale seguiamo il CAI n°314 fino all’incrocio con il Sentiero Alto Serio, che seguiamo fino a Valzurio passando per le Baite Moschel in località Spinelli a m.954.

 

Distanza percorsa Km 20,500 -Durata escursione h. 07,43

Ascesa totale m. 1546

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Monte Sodadura m 2010

MONTE SODADURA M.2010 DA QUINDICINA VAL TALEGGIO

Parcheggiate le auto a Quindicina, m. 1287, di Pizzino in Val Taleggio, seguiamo il sentiero n°120 e raggiungiamo Baita Foppa Lunga, dove una modesta coltre nevosa, frutto della precipitazione notturna, ricopre l’intero ambiente circostante. Superiamo il Rifugio Gherardi a m.1650, Il privato Cesare Battisti a m. 1685 e sempre su sentiero 120, innevato ma ben individuabile e percorribile, raggiungiamo la Bocchetta di Regadur a m. 1853. Voltiamo a sinistra per CAI 101 e accompagnati da una leggera nebbia, percorriamo la cresta fino al Passo Sodadura a m. 1867. La nebbia ormai diradata permette di godere a pieno della vista dell’imponente piramide sommitale del Monte Sodadura che raggiungiamo, a m. 2010, risalendo la ripida cresta. Caliamo dal versante opposto e in breve siamo al Rifugio Nicola a m. 1850. Continuiamo in direzione Piani di Artavaggio, poi a sinistra per sentiero n° 9, in alternati saliscendi, fino al Cesare Battisti. Scendiamo a destra, su CAI 120 per Rifugio Gherardi e Quindicina.

Distanza percorsa Km 14,650  Ascesa totale m. 965

Durata escursione h 6,10

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MONTE BRONZONE M.1334

MONTE BRONZONE DA PREDORE

Giunti a Predore, comune sulla sponda occidentale del Sebino, parcheggiamo le auto nella piccola piazzetta a fianco della chiesa parrocchiale e imbocchiamo la ripida e stretta strada che percorre l’abitato fino ad un capitello con portale. Proseguiamo a destra, sempre su carrozzabile, per località Prade dove, su indicazione probabilmente mal interpretata fornitaci da un abitante, calchiamo un “sentiero” più verosimilmente accomunato ad un canale, assoggettato allo scolo di acque piovane. Lasciamo la via consigliataci e risaliamo dritti un castagneto che ci immette su un comodo sentiero a discendere la valle, per poi risalire il versante opposto a intercettare e percorrere la forestale “località Colombera”. Incrociamo la forestale “località Chierico” che seguiamo per un breve tratto, poi attraverso appostamenti fissi e area boschiva raggiungiamo il Col d’Oregia a m. 820. Passiamo a sinistra dell’erboso Colle De La Rola m. 966 e giunti alla sella, posta alla base del crinale che scende dalla vetta, prendiamo a sinistra su strada sterrata attraverso il sottobosco che porta alla cresta meridionale. Ora saliamo in ripida pendenza su roccette e l’ampio prato sommitale che porta in vetta a m. 1334. Ritorniamo al Col De La Rola e per segnavia n°701, passando per La Rolla, raggiungiamo il Colle del Giogo a m.811 dove è ubicata una ex chiesa, ora privata, in non perfetto stato di conservazione. Scendiamo a Predore per CAI n°735, poi su CAI n°708 fino all’incrocio per San Gregorio dove facciamo tappa al santuario della Madonna della Neve.

Durata escursione h. 06,17 Distanza percorsa km 16,5

Ascesa totale m.1315

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DA LIZZOLA M.1250 A MONTE SASNA M.2229

LIZZOLA -MONTE SASNA

Dal parcheggio a monte del campetto da sci di Lizzola, frazione di Valbondione in Val Seriana (BG), calchiamo la traccia che attraversa l’ampio prato fino ad un segnavia, dipinto sul tronco di un albero, che indica la direzione per il Passo della Manina. Il percorso, immerso in un suggestivo contesto invernale, è indubbiamente meta frequentata da ciaspolatori e scialpinisti che amano integrarsi con l’ambiente che li circonda. Proseguiamo lungo il tracciato percorso in precedenza da alcuni scialpinisti, mantenendoci a destra lungo la Valle dell’Asta che seguiamo fino all’omonima Baita Alta a m.1732. Oltrepassiamo la Baita deviando a sinistra e fuori traccia, lungo un traverso in leggera ascesa, raggiungiamo la chiesetta del Passo della Manina dedicata alla Madonna Pellegrina, ubicata a m.1821 e poco sotto il Passo a m. 1799. Seguiamo la linea di cresta e superate alcune spaccature nel terreno, in zona mineraria, risaliamo il crinale che porta alla croce dell’anticima a m. 2205 e poco più avanti alla sommità del monte Sasna a m.2229. Discendiamo dalla cima per l’itinerario percorso in precedenza che abbandoniamo poco sotto la chiesetta, dove svoltiamo a destra per il sentiero n°307 che ci conduce, passando per la Baita Asta Bassa a m.1426, al parcheggio di Lizzola.

Condizioni meteo ottime, temperatura gradevole, condizioni del manto nevoso buone.

Ascesa totale m.1050. Distanza percorsa Km 11,50.                          Durata escursione h.06,16

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VALCANALE-CIMA OVEST DI CORNA PIANA M.2302

VALCANALE-CORNA PIANA CIMA OVEST M.2302

Dall’abitato di Valcanale, in Val Seriana, proseguiamo in auto fino ad uno spiazzo, sulla sinistra della carreggiata, oltre il quale un cartello prima e una transenna poi ne vietano il transito in caso di neve. Ci incamminiamo lungo la strada ghiacciata che percorriamo fino ad una sbarra metallica, bivio per i dismessi impianti sciistici, dove imbocchiamo il CAI n°220, una strada forestale, in direzione Rifugio Alpe Corte. Seguiamo la forestale fino  all’incrocio con un sentiero, contrassegnato con l’indicazione per Rifugio Lago Branchino, che ci porta alla Baita Bassa del Monte Neel (o Baita Nevel) a m.1565. Calzati i ramponi riprendiamo il CAI n°220 che ci conduce al Lago Branchino a m. 1784, passando per la Baita Neel di Mezzo a m.1614 e il Rifugio Lago Branchino a m.1796, ubicato sulla destra poco sopra l’omonimo lago. Proseguiamo la salita per CAI n°218, lungo la sponda destra del bacino, in leggera ascesa fino al passo di Branchino a m.1821. Svoltiamo a sinistra e procediamo per la Bocchetta di Corna Piana dove raggiungiamo la vicina croce a m.2078. Torniamo alla Bocchetta e scendiamo lungo il sentiero che attraversa la Val Mandrone, sentiero dei Fiori, che abbandoniamo in fondo al vallone e tenendoci sulla sinistra, lungo un traverso in forte pendenza, raggiungiamo il Passo di Corna Piana a m.2130. Continuiamo verso sinistra e risaliamo il ripido pendio fin sotto la cresta che porta alla cima ovest. Tolti i ramponi e una volta superato il modesto monolitico roccioso, siamo sulla sommità della Corna Piana a m.2302. Ritorniamo al parcheggio ripercorrendo lo stesso itinerario dell’andata.

Distanza percorsa Km 16,50   Ascesa totale m.1350                                      Durata escursione h. 07,15

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Pizzo Baciamorti m 2009 e Monte Aralalta m 2006

Raggiunta la località Quindicina-Capo Forra a m. 1307, in Val Taleggio, parcheggiamo le auto a bordo strada e ci incamminiamo sul sentiero n°153 che sale lungo un fitto bosco di faggio, fino alla baita Baciamorti a m. 1453, poi contornato da arbusti fino al Passo Baciamorti a m. 1540.  Raggiunto il passo ci dirigiamo a sinistra lungo la ripida dorsale erbosa, ormai innevata, che conduce al Pizzo Baciamorti a m. 2009.  Proseguiamo verso ovest, lungo la cresta, e in breve tempo siamo sulla sommità del Monte Aralalta a m. 2006.  Dalla cima scendiamo, seguendo il segnavia n°101, fino alla conca di Baita Cabretondo a m. 1869 per poi raggiungere la Bocchetta del Regadur a m. 1860.  Lasciamo il sentiero Orobie Occidentali e ci dirigiamo verso il rifugio privato Cesare Battisti a m . 1685, che raggiungiamo, seguendo il segnavia n°120.  Proseguiamo l’escursione, fuori traccia, passando dalla Baita Alben Di Mattina fino al Rifugio Angelo Gherardi a m. 1650, dal quale sempre seguendo il sentiero n°120, facciamo ritorno a Quindicina-Capo Foppa.

Ascesa Totale m. 875   Durata escursione ore 05,37

Distanza percorsa Km 14,200

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Pizzo di Petto m 2259 e cima Barbarossa m 2146

Dal parcheggio dell’abitato di Teveno, nei pressi del campo sportivo, ci instradiamo su una larga mulattiera, contrassegnata con N° 407, che sale con discreta pendenza fino alla Malga Bassa di Barbarossa m.1704.
Aggirata la malga proseguiamo fino alla Malga Alta di Barbarossa m.1832,  per poi percorrere un ripido pendio fino al colle sulla destra della cima.
Raggiuntolo, saliamo lungo la cespugliosa cresta nord che ci conduce alla sommità del Barbarossa m.1832.
Dopo una breve sosta scendiamo, inizialmente lungo la cresta sud e fuori traccia per un vallone erboso, che ci immette sul sentiero N°401 Orobie Orientali.
Superiamo un tratto attrezzato e saliamo sulla cima del Pizzo di Petto m 2263.
Torniamo sul sentiero e lo abbandoniamo poco dopo per una divertente discesa, lungo un ripido ghiaione, che ci conduce direttamente al segnavia N°404, che seguiamo fino alla Malga Conchetta m.1792.
Da qui deviamo sul sentiero N°431, ultimo tratto boschivo  e poi per il 407 in direzione Teveno.
Durata escursione ore 06,20. Ascesa totale m.1350. Km 13,500

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Val Vertova – Bivacco Testa – Monte Segredont

Raggiungiamo il parcheggio della “Val Vertova” dove inizia il sentiero n. 527, essendo il transito veicolare libero (ottobre-marzo) venendo dalla stretta via dal paese di Vertova (Bg).

Ci inoltriamo (ore 7:20) nella forra dell’omonimo torrente, dalle acque limpide.  Seguendo questo itinerario Cai e dopo tre ore di cammino, nei colori dell’autunno, arriviamo al “Bivacco Testa” (m 1490),  sicuramente il più accogliente di quelli disposti nel comprensorio del “Monte Alben”, tanto che otteniamo anche un buon caffe da un “curatore” di questo bene.

Ripartiamo (ore 11: 10) verso il “Segredònt” (m 1555) per il sentiero n° 530 e dopo mezz’ora siamo alla croce di questo monte dalla forma a “panettone”.

Sempre per lo stesso sentiero,  poi brevemente per il 529,  infine la decisiva deviazione n° 529a per tornare a valle, ci riporta sul sentiero n° 527, un po’ prima del parcheggio (ore 13:40).

Dislivello positivo: m 1100. Distanza percorsa: km 17. Durata escursione: ore 6:20

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