FERRATA CORNA DELLE CAPRE MONTE GUGLIELMO / DA CUSATO A MONTE VIGNOLE

FERRATA CORNA DELLE CAPRE

Giunti a Cislano di Zone svoltiamo a destra per proseguire lungo la strada che porta in località Croce di Marone. Lasciamo l’auto a bordo strada nel piccolo parcheggio, tre-quattro posti auto, adiacente al tornantino subito dopo il bivio per il sentiero N°230, meglio conosciuto come sentiero dell’Uccellatore. Zaini in spalla e imboccato il CAI 230 in 10 minuti siamo all’attacco della via ferrata Corna delle Capre. Fin da subito notiamo la verticalità della via che presenta una prima parte difficile, data l’esposizione e un paio di passaggi anche strapiombanti, comunque ben attrezzata. Moderatamente difficile la sezione centrale, dove troviamo anche buoni appigli di roccia.   Mentre la parte terminale presenta un tratto verticale liscio anch’esso ben attrezzato, un traverso a destra e un repentino cambio morfologico della via, ora più vegetativa, che lascia presagire l’arrivo in vetta. Raggiungiamo la sommità erbosa (m.1360) e ridiscendiamo, dapprima su breve tratto attrezzato, poi lungo una traccia in ripida discesa, attraverso il bosco, che ci immette sul sentiero dell’Uccellatore. Lo ripercorriamo fino all’auto, ora con destinazione Valtress, punto di incontro concordato con il gruppo che, come escursione alternativa, da Cusato ha raggiunto il Monte Vignole, per condividere un pranzo conviviale.

Ascesa totale m.300   Sviluppo Ferrata m.400

Distanza percorsa km. 3,200   Difficoltà EEA

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MONTE TIMOGNO M. 2096 E CIMA BENFIT M.2172

VALZURIO MONTE TIMOGNO M.2096 CIMA BENFIT M. 2172

 

Valzurio m.814 slm, frazione del comune di Oltassenda Alta BG, località di partenza dell’escursione.

Lasciate le auto ci dirigiamo verso sud ovest lungo la stradina, a tratti con forti pendenze, per Colle Palazzo. Raggiunto il colle, a m.1267, continuiamo per Case Campello m.1556 seguendo il sentiero che costeggia il muro, costruito con pietre incastonate una sopra l’altra, che delimita il confine tra il bosco e i prati sottostanti. Ora il sentiero si inerpica lungo il crinale erboso che ci porta alla Baita Alta Remescler a m.1849. Oltrepassiamo la Baita e proseguiamo, in leggera ascesa, fino alla sella sotto le pendici del Monte Timogno, per poi affrontare l’ultimo tratto, senz’altro il più impegnativo della giornata, che porta alla cima a m.2096. Caliamo per la cresta ad est e risaliamo la dorsale che porta alla cima del monte Benfit a m.2172. Continuiamo nell’alternato saliscendi fino a raggiungere la sella ad est del Benfit a m.2103. Discendiamo il vallone fino ad una malga, oltre la quale seguiamo il CAI n°314 fino all’incrocio con il Sentiero Alto Serio, che seguiamo fino a Valzurio passando per le Baite Moschel in località Spinelli a m.954.

 

Distanza percorsa Km 20,500 -Durata escursione h. 07,43

Ascesa totale m. 1546

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Monte Sodadura m 2010

MONTE SODADURA M.2010 DA QUINDICINA VAL TALEGGIO

Parcheggiate le auto a Quindicina, m. 1287, di Pizzino in Val Taleggio, seguiamo il sentiero n°120 e raggiungiamo Baita Foppa Lunga, dove una modesta coltre nevosa, frutto della precipitazione notturna, ricopre l’intero ambiente circostante. Superiamo il Rifugio Gherardi a m.1650, Il privato Cesare Battisti a m. 1685 e sempre su sentiero 120, innevato ma ben individuabile e percorribile, raggiungiamo la Bocchetta di Regadur a m. 1853. Voltiamo a sinistra per CAI 101 e accompagnati da una leggera nebbia, percorriamo la cresta fino al Passo Sodadura a m. 1867. La nebbia ormai diradata permette di godere a pieno della vista dell’imponente piramide sommitale del Monte Sodadura che raggiungiamo, a m. 2010, risalendo la ripida cresta. Caliamo dal versante opposto e in breve siamo al Rifugio Nicola a m. 1850. Continuiamo in direzione Piani di Artavaggio, poi a sinistra per sentiero n° 9, in alternati saliscendi, fino al Cesare Battisti. Scendiamo a destra, su CAI 120 per Rifugio Gherardi e Quindicina.

Distanza percorsa Km 14,650  Ascesa totale m. 965

Durata escursione h 6,10

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MONTE ZINGLA M. 1497 DA ENO VAL DEGAGNA

Monte Zingla da Eno

Giunti a Eno, frazione del comune di Vobarno sito a m. 605 slm in alta valle Degagna, parcheggiamo le auto in via Fobbia, strada esterna all’abitato, subito dopo una curva a gomito sinistrorsa. Scendiamo verso il piccolo borgo, lo attraversiamo e risaliamo una carrareccia, a tratti cementata, in discreta pendenza che lasciamo più avanti per un sentiero boschivo che ci conduce al Passo del Cavallino della Fobbia a m.1090. Sempre su sentiero, a destra della strada per Capovalle, raggiungiamo il passo Ganone a m. 1181 dove incrociamo il CAI n° 10. Lo seguiamo per un tratto, per proseguire poi su una forestale che abbandoniamo nei pressi del C. Cornone a m. 1149. Ora la morfologia del paesaggio cambia radicalmente. Risaliamo la cresta erborocciosa fino alla cima ovest a m. 1491, caliamo lungo il versante est dell’anticima e successivamente in rapida ascesa siamo sulla sommità del Monte Zingla a m 1497. Dopo una breve sosta riprendiamo l’escursione calandoci lungo un tratto attrezzato per poi raggiungere il Rifugio Campei de Sima a m.1017 e  il Bus del Luf a m. 1004. Ritorniamo ai Campei de Sima e seguiamo il sentiero che attraverso la Val di Corpaglione porta al Passo Ganone, poi su forestale fino al Passo del Cavallino della Fobbia e infine ritorniamo a Eno per sentiero iniziale.

Distanza percorsa Km 26,800   Durata escursione h.08,22

Ascesa totale m. 1645

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MONTE CARONE M.1621 PRE’ DI LEDRO (TN)

DA PRE’ DI LEDRO A MONTE CARONE

Escursione al Monte Carone m. 1621 con partenza da Prè di Ledro m.501.

Posteggiate le auto nel parcheggio del piccolo supermercato di Prè di Ledro (TN) attraversiamo la S.S 240 e superato il piccolo borgo ci incamminiamo lungo il sentiero n°421 di Malga Vil. Un sentiero lastricato, con discreta pendenza, trasformatosi più avanti in strada forestale che ci conduce ai Prati di Leano a m.888. Oltrepassata la Valle di S. Antonio lasciamo la carrareccia per seguire una variante contrassegnata con segnavia che in breve ci riporta sulla mulattiera, dal caratteristico passaggio attraverso una stretta gola, per Passo Guil. Raggiungiamo Malga Vil a m. 1109 e poco oltre intercettiamo, alla nostra destra, il sentiero che porta alla sommità del Monte Carone a m. 1621. L’escursione prevede il giro ad anello, pertanto continuiamo per Baita Segala a m.1250 e da qui per Bocca dei Fortini a m.1245. Voltiamo a destra in direzione Lago di Ledro e più avanti, ancora a destra, per la mulattiera che scende lungo la Val Cadrione. Quest’ultima parzialmente praticabile a causa di abeti sradicati e riversi lungo il percorso iniziale. Giunti alla cappella della Madonna del Cinale, a m. 615, ci reimmettiamo sul sentiero n°421 per Prè di Ledro.

Distanza percorsa Km 18,00   Durata escursione h. 06,20

Ascesa totale m. 1190

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MONTE BRONZONE M.1334

MONTE BRONZONE DA PREDORE

Giunti a Predore, comune sulla sponda occidentale del Sebino, parcheggiamo le auto nella piccola piazzetta a fianco della chiesa parrocchiale e imbocchiamo la ripida e stretta strada che percorre l’abitato fino ad un capitello con portale. Proseguiamo a destra, sempre su carrozzabile, per località Prade dove, su indicazione probabilmente mal interpretata fornitaci da un abitante, calchiamo un “sentiero” più verosimilmente accomunato ad un canale, assoggettato allo scolo di acque piovane. Lasciamo la via consigliataci e risaliamo dritti un castagneto che ci immette su un comodo sentiero a discendere la valle, per poi risalire il versante opposto a intercettare e percorrere la forestale “località Colombera”. Incrociamo la forestale “località Chierico” che seguiamo per un breve tratto, poi attraverso appostamenti fissi e area boschiva raggiungiamo il Col d’Oregia a m. 820. Passiamo a sinistra dell’erboso Colle De La Rola m. 966 e giunti alla sella, posta alla base del crinale che scende dalla vetta, prendiamo a sinistra su strada sterrata attraverso il sottobosco che porta alla cresta meridionale. Ora saliamo in ripida pendenza su roccette e l’ampio prato sommitale che porta in vetta a m. 1334. Ritorniamo al Col De La Rola e per segnavia n°701, passando per La Rolla, raggiungiamo il Colle del Giogo a m.811 dove è ubicata una ex chiesa, ora privata, in non perfetto stato di conservazione. Scendiamo a Predore per CAI n°735, poi su CAI n°708 fino all’incrocio per San Gregorio dove facciamo tappa al santuario della Madonna della Neve.

Durata escursione h. 06,17 Distanza percorsa km 16,5

Ascesa totale m.1315

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CORNA TRENTAPASSI DA VELLO DI MARONE

Corna Trentapassi  per la via normale “Direttissima”

Dall’abitato di Vello, piccolo centro abitato sulla sponda orientale del Sebino, attraversiamo la ex S.S.510 e ci immettiamo sul sentiero CAI 263 che sale fra prati terrazzati fino ad una santella. Ora la risalita si fa meno ripida, il percorso si addentra nel bosco e raggiungiamo una piccola radura dove è ubicata la chiesetta della Madonnina a m. 385. Proseguiamo in direzione nord/est e risaliamo il Dosso di Crecole. Il sentiero, ormai su spazio aperto, si svolge su roccette e qualche traverso erboso, a tratti esposto, lungo la dorsale nord che ci porta alla cima a m.1248. Parte del gruppo è salito in vetta da Cusato (Zone), non appena ricongiunti proseguiamo l’escursione in direzione Forcelle, fino all’incrocio con CAI 229 che seguiamo fino all’abitato di Zone. La gita prevede la sosta al ristorante “il Reduce” per poi continuare passando per il Parco delle Piramidi di Zone, località Cislano, fino a Marone e per ultimo costeggiando un tratto di lago raggiungiamo Vello. Giornata primaverile, soleggiata con vista panoramica sul lago D’Iseo.

Tempo di risalita alla Corna Trentapassi h. 2,00

Ascesa m. 1040     Distanza percorsa Km 3,950

Distanza percorsa intera escursione Km 15

Ascesa totale m. 1150 – Durata escursione h. 7,35

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PIZZO ZERNA M.2572

Da Carona a Pizzo Zerna M.2572

Lasciamo le auto al parcheggio nei pressi delle ultime case di Carona in Val Brembana e seguiamo una mulattiera che ci immette su una stradina asfaltata fino al piccolo borgo di Pagliari. Ora su strada sterrata passiamo accanto alla cascata di Val Sambuzza, per poi raggiungere la località Dosso, dove sulla sinistra imbocchiamo il sentiero n°209. Il percorso, ora innevato, attraverso il bosco ci porta sopra la cascata e più avanti alle Baite della Forcella a m. 1570. Passiamo poi per la Baita Vecchia a m. 1862 e successivamente per Baita Arale a m. 1985. Ora il sentiero, sempre più innevato, prosegue su una vecchia mulattiera militare che ci conduce alla Baita del lago, a m. 2092, ubicata poco sopra il Lago di Val Sambuzza e al Bivacco Pedrinelli a m. 2353. Qui abbandoniamo zaino e bastoncini e muniti di ramponi e piccozza raggiungiamo il Passo di Publino a m.2368. Svoltiamo a destra per il crinale di cresta e con parecchie perplessità lo risaliamo fino a quota m. 2442, per poi decidere di desistere dall’intento di raggiungere la cima del Pizzo Zerna. Le condizioni odierne della neve, a nostro parere, non sono sufficientemente sicure da permetterci una risalita in tutta sicurezza. Ritorniamo a Carona per lo stesso itinerario percorso in precedenza.

Distanza percorsa Km 17,100    Durata escursione h. 06,36

Ascesa m. 1319

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Punta Alta Corno di Predore m 953

Gita fuori dalla porta di casa per un piccolo gruppo di Sempreverdi, in alternativa alla ferrata Medale, scelta per la giornata di oggi.

Parcheggiato alla fontana di via Chiodi, si sale al santuario Madonna della neve in San Gregorio, percorrendo gli oltre 200 scalini e proseguendo lungo la ripida strada cementata, fino al bivio con indicazione Sentiero alto del corno (733), dove inizia lo spettacolare tratto panoramico sul Sebino, splendente in questa limpida giornata, si giunge alla località Case il monte, sopra l’abitato di Gallinarga, dove a sx parte il sentiero 707 che raggiunge Punta Alta, eccellente punto panoramico sul lago e sulle Orobie.

Dopo piccola sosta e numerose fotografie, proseguendo il 707, che scende in una bella zona boschiva, in un caleidoscopio di ellebori, viole, pervinche e primule, si giunge al bel quartiere abbandonato, con annessa chiesetta, del Colle del Giogo (col del zuf).

Da qui dopo un allegro picnic, siamo tornati a Predore con il sentiero 735.

Percorsi 10 km con 800 m di dislivello, in 5 ore e 15 minuti.

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Ferrata Corno di Medale

VIA FERRATA DEL MEDALE

Parcheggiamo le automobili in via Paolo VI a Laorca, il rione più settentrionale della città di Lecco e ci incamminiamo lungo la stradina che passa nei pressi del vecchio cimitero, per poi immetterci su un tratto di strada cementata protetta da reti para massi. Poco più avanti incrociamo il sentiero CAI n° 58 che attraverso il bosco, in alternati saliscendi, ci porta all’attacco della ferrata. L’intera via è ben protetta. La catena e il cavo d’acciaio in aggiunta alle buone prese naturali, se utilizzate, permettono un agevole risalita.  Raggiunta la croce di vetta, a m.1029, seguiamo la traccia di sentiero in direzione nord, dove giunti ad una sella svoltiamo a destra per sentiero n°56, che scende ripido e scivoloso lungo il bosco fino ad intercettare la parte iniziale dell’itinerario di partenza.

Ascesa m.600   Distanza percorsa Km 6,200

Durata escursione h.05,20

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