Cime Comer m 1279 e Denervo m 1459

Da Muslone a Cima Comer e Monte Denervo

Muslone m. 462, una frazione del comune di Gargnano, punto di partenza della nostra escursione diretta alla cima Comer e al monte Denervo. Lasciamo le auto nel capiente parcheggio lungo il rettilineo che conduce, nelle immediate vicinanze, alle prime case del piccolo centro abitato di Muslone. Passata la chiesa e una piccola piazzetta prendiamo a sinistra per una stretta viuzza fino all’incrocio con il sentiero n°45 o “sentiero del Luf” che offre a tratti squarci panoramici del lago di Garda. Lo risaliamo poco oltre un grosso masso che, ben assicurato con funi metalliche, ne preannuncia la fine. Incrociamo il CAI n°31 che percorriamo in direzione Comer, una salita con discreta pendenza che ci porta sulla cima a m.1279. Proseguiamo sul CAI n°31 fino all’incrocio con il segnavia n°32, in direzione Denervo, che risaliamo dritti fino alla croce della cresta sud del monte Denervo a m.1436 e alla cima nord a m.1459. Discendiamo da un’ampia radura e siamo a Malga Denervo a m.1373, dove mantenendoci sulla destra orografica seguiamo il sentiero n°35 in direzione Muslone. Raggiungiamo Case Piazze a m.1111 e percorriamo, ora CAI n°36, una carrozzabile, inizialmente sterrata, in ripida discesa cementata fino all’abitato di Muslone.

Durata Escursione h. 05,37   Ascesa Totale m.1120

Distanza percorsa Km 12,00

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RIFUGIO TORSOLETO M.2390

RIFUGIO TORSOLETO “BONALI-DUCOLI” M.2390

Parcheggiamo le auto a Loveno a m.1300, un piccolo borgo abitato che si raggiunge salendo dalla Valle Camonica verso il Passo del Vivione. La bella giornata e la temperatura primaverile, già dalle prime ore del mattino, preannunciano quello che poi risulterà essere un’escursione piacevole e divertente. Un veloce sguardo alle cime circostanti, tanto quanto basta per decidere di non avvalerci dell’uso delle Ciaspole. Prendiamo per il segnavia n°160, una mulattiera militare che ci porta oltre un bosco e su, quello se non fosse innevato, un sentiero in spazio aperto. Nelle immediate vicinanze di una malga lasciamo la traccia e saliamo dritti la dorsale del monte dei Matti fino ad una selletta dalla quale, in leggera ascesa, raggiungiamo il Rifugio Torsoleto a m.2390. Ritorniamo optando per un itinerario che prevede, quanto più possibile, la discesa diretta lungo la dorsale meno innevata. Giunti al termine dello spazio aperto ci immettiamo sul sentiero militare che conduce al parcheggio.

Durata escursione h. 07,10   Ascesa totale m.1060

Distanza percorsa Km 14,50

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Monte Alto di Corte Franca m 651

Simpatica gita di un gruppetto di Sempreverdi di bassa quota, su questa bella e tranquilla collina, con vista sul lago d’Iseo, le torbiere del Sebino e la dolce Franciacorta.

Partiti dal parcheggio Acquasplash in via Dalla Chiesa, abbiamo raggiunto l’inizio del sentiero alla fine di via Castello di Colombaro, fino alla località Pianezze e da qui sempre seguendo il sentiero in cresta, la cima con la grande croce di ferro.

Per la discesa, presa la direzione Adro, superato lo Stalù, abbiamo seguito la strada del crinale, mantenendo le deviazioni a sx, poi un ripido sentiero a mezzacosta, sopra la piana di Favento fino al cimitero di Adro, che abbiamo attraversato per visitare la tomba dei fratelli Dandolo, eroi del risorgimento.

In paese, presa via S. Anna, passando per la bella chiesetta affrescata di S Maria in Favento, i nostri passi ci hanno inevitabilmente portato nei vigneti Ferghettina, dove siamo arrivati all’ora giusta per una fresca bottiglia di pas dosé.

Il percorso è terminato attraversando la frazione di Nigoline e da via Calvarole al punto di partenza.

Percorsi 12 km con 500 m di dislivello.

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Bivacco Linge m 2273

Dopo tre mesi risaliamo di nuovo la “Valle delle Messi” (da Santa Apollonia di Ponte di Legno), per raggiungere il “Bivacco Linge” ( 2289 m); ma questa volta con tanta buona neve per tutto il sentiero n° 58. All’inizio essa è una piana solcata dal giovane “Oglio Frigidolfo”. Chiusa in testa e di lato da alte montagne di poco superiori ai tremila metri; sulla fiancata destra s’inerpica la famosa strada del “Gavia”: è per intero nel perimetro del “Parco Nazionale dello Stelvio”. Il tempo tende al bello. Il sole già fa sudare, che ci alleggeriamo d’indumenti arrivando al “Rifugio Valmalza” (1998 m). Continuando (per esperienza) sul tracciato del sentiero n° 58, nascosto da un ottimo strato di neve gelata, troviamo qualche difficoltà a superare il ripido gradino roccioso che porta verso il vasto ripiano del “Bivacco Linge”. Ed esso è lì, essenziale, come può esserlo una ex malga riadattata. Sta adagiato nella neve e guardato dall’alto dall’imponente “Punta di Pietrarossa”. Noi ci sistemiamo esternamente esposti al bel sole, occupando tutto il fronte del rustico edificio.

Ripartiamo in lunga fila risalendo i dossi innevati per immetterci (in alto) nel vallone che il sentiero estivo abbandona circa a metà: quello da noi percorso. Sarebbe il tragitto invernale, ma si precede per esperienza. E per esperienza… con la nebbia ci si può smarrire. Ma oggi è un giorno tanto bello che non si vorrebbe scendere verso valle. Il largo canalone innevato induce tutti ad inventarsi un proprio veloce itinerario e ben presto siamo al “Rifugio Valmalza”. Poi, piu lentamente, a “Santa Apollonia”.

Dislivello positivo: 825 m – Distanza percorsa: 15,1 km – Durata escursione: 5:25 ore.

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DA LIZZOLA M.1250 A MONTE SASNA M.2229

LIZZOLA -MONTE SASNA

Dal parcheggio a monte del campetto da sci di Lizzola, frazione di Valbondione in Val Seriana (BG), calchiamo la traccia che attraversa l’ampio prato fino ad un segnavia, dipinto sul tronco di un albero, che indica la direzione per il Passo della Manina. Il percorso, immerso in un suggestivo contesto invernale, è indubbiamente meta frequentata da ciaspolatori e scialpinisti che amano integrarsi con l’ambiente che li circonda. Proseguiamo lungo il tracciato percorso in precedenza da alcuni scialpinisti, mantenendoci a destra lungo la Valle dell’Asta che seguiamo fino all’omonima Baita Alta a m.1732. Oltrepassiamo la Baita deviando a sinistra e fuori traccia, lungo un traverso in leggera ascesa, raggiungiamo la chiesetta del Passo della Manina dedicata alla Madonna Pellegrina, ubicata a m.1821 e poco sotto il Passo a m. 1799. Seguiamo la linea di cresta e superate alcune spaccature nel terreno, in zona mineraria, risaliamo il crinale che porta alla croce dell’anticima a m. 2205 e poco più avanti alla sommità del monte Sasna a m.2229. Discendiamo dalla cima per l’itinerario percorso in precedenza che abbandoniamo poco sotto la chiesetta, dove svoltiamo a destra per il sentiero n°307 che ci conduce, passando per la Baita Asta Bassa a m.1426, al parcheggio di Lizzola.

Condizioni meteo ottime, temperatura gradevole, condizioni del manto nevoso buone.

Ascesa totale m.1050. Distanza percorsa Km 11,50.                          Durata escursione h.06,16

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Piz Tri m 2308

Una giornata magnifica ha benedetto questa gita al Piz Tri, come potrete vedere dalle foto e dal filmato di Eligio.

Siamo partiti in un gruppo molto numeroso, da via Calzaferro, circa un km dopo l’abitato di Loritto, trovando subito neve ghiacciata, quindi ciaspole ai piedi.

Dopo un tratto della mulattiera, alle cascine Brunò, una palina segnaletica indica il sentiero 95 con tempo 3 ore e 30′ al Piz Tri.

Forse per la consistenza del gruppo, non da tutti è stato seguito lo stesso percorso nella parte iniziale, ma, tranne un piccolo numero di “anziani” che si sono fermati a circa 200 m dalla vetta, si è potuto ammirare lo spettacolo offerto dalla nostra impareggiabile alta valle Camonica.

Al ritorno, dallo stesso percorso, un’ottima birra in compagnia, a Malonno.

Dislivello 1200 m e 15 km percorsi nella splendida neve

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MOTTO DELLA SCALA M.2335

MOTTO DELLA SCALA M. 2335 DA MONNO

Superato l’abitato di Monno, in alta Valle Camonica, imbocchiamo la strada che conduce al passo del Mortirolo e parcheggiamo le auto in uno spiazzo, a sinistra della carreggiata, proprio sopra il campo sportivo a m.1150. Discendiamo il prato sottostante e continuiamo per una strada asfaltata fino alla località Fracai a m.1183 dove, sulla nostra destra, è posizionato un segnavia CAI contrassegnato con il numero 71. Seguiamo il sentiero in direzione Prabello nei pressi del quale, a m.1508, intercettiamo la strada che collega Edolo a Mola. La percorriamo fino all’Altopiano di Mola, a m. 1704, e nelle vicinanze dell’area Pic-Nic ci immettiamo su una stradina cementata che sale verso le Baite di Mola. La abbandoniamo poco dopo per seguire un itinerario fuori traccia puntando dritti all’ampia cima del Motto della Scala, a m. 2335, delimitata da un insolito muro di pietre. Ritorniamo all’altopiano seguendo a ritroso la traccia percorsa in precedenza per poi immetterci sul sentiero n°71, che scende attraverso il bosco della Val Dorena fino alla località Fracai, dove incrociamo la carrozzabile che ripercorriamo fino al campo sportivo.

Condizioni meteo più che accettabili. Neve sul percorso molto scarsa (terreno parzialmente coperto)

Ascesa totale m. 1320  Distanza percorsa Km 18,00

Durata escursione h. 06,40

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Monte Trabucco m 2230

Monte Trabucco (m 2228).

Nel nostro programma invernale, l’ascesa al monte Trabucco fu classificata come una buona ciaspolata, impegnativa ma per tutti. Invece senza neve, la conquista della meta è stata del tutto simile a quella di un’escursione estiva. Di diverso il freddo pungente e i pensieri mandati a quest’inverno così siccitoso. Siamo partiti da Campolaro di Prestine (ore 8:20) seguendo le indicazioni del “Sentiero Irene Gatti”, facilmente individuato e percorribile fino alla meta (ore 10:25). Niente altro da segnalare, se non la caduta della gran croce sommitale per il vento dello scorso ottobre, ma pure  per il deterioramento del legno. Intorno alla quale ci siamo intrattenuti a lungo, per concludere l’escursione a Campolaro (ore 13:20) seguendo lo stesso itinerario. Aggiungiamo una breve nota a proposito della dedica a Irene Gatti del sentiero per il Trabucco. Glielo hanno intitolato i cittadini di Castegnato, riconoscenti per la meritevole opera, da lei svolta, verso gli anziani in difficoltà.

Dislivello positivo: m 900. Distanza percorsa: km 10.5

Durata escursione: ore 5

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VALCANALE-CIMA OVEST DI CORNA PIANA M.2302

VALCANALE-CORNA PIANA CIMA OVEST M.2302

Dall’abitato di Valcanale, in Val Seriana, proseguiamo in auto fino ad uno spiazzo, sulla sinistra della carreggiata, oltre il quale un cartello prima e una transenna poi ne vietano il transito in caso di neve. Ci incamminiamo lungo la strada ghiacciata che percorriamo fino ad una sbarra metallica, bivio per i dismessi impianti sciistici, dove imbocchiamo il CAI n°220, una strada forestale, in direzione Rifugio Alpe Corte. Seguiamo la forestale fino  all’incrocio con un sentiero, contrassegnato con l’indicazione per Rifugio Lago Branchino, che ci porta alla Baita Bassa del Monte Neel (o Baita Nevel) a m.1565. Calzati i ramponi riprendiamo il CAI n°220 che ci conduce al Lago Branchino a m. 1784, passando per la Baita Neel di Mezzo a m.1614 e il Rifugio Lago Branchino a m.1796, ubicato sulla destra poco sopra l’omonimo lago. Proseguiamo la salita per CAI n°218, lungo la sponda destra del bacino, in leggera ascesa fino al passo di Branchino a m.1821. Svoltiamo a sinistra e procediamo per la Bocchetta di Corna Piana dove raggiungiamo la vicina croce a m.2078. Torniamo alla Bocchetta e scendiamo lungo il sentiero che attraversa la Val Mandrone, sentiero dei Fiori, che abbandoniamo in fondo al vallone e tenendoci sulla sinistra, lungo un traverso in forte pendenza, raggiungiamo il Passo di Corna Piana a m.2130. Continuiamo verso sinistra e risaliamo il ripido pendio fin sotto la cresta che porta alla cima ovest. Tolti i ramponi e una volta superato il modesto monolitico roccioso, siamo sulla sommità della Corna Piana a m.2302. Ritorniamo al parcheggio ripercorrendo lo stesso itinerario dell’andata.

Distanza percorsa Km 16,50   Ascesa totale m.1350                                      Durata escursione h. 07,15

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