Passi Branchino Gemelli e Mezzeno

Mai una così prolungata assenza di neve sulle nostre montagne! Per questa escursione, abbiamo puntato solo a valicare passi, non fidandoci del ghiaccio – abbondante e insidioso – che gela le rocce. Tuttavia, ne è venuto un bel giro, unendo i noti Branchino e Laghi Gemelli con il Passo di Mezzeno. Partiamo da Valcanale di Ardesio (Bg) alle ore 8.00, prendendo la carrabile per il Rifugio Alpe Corte che presto lasciamo, deviando su sentiero (n. 218) verso l’Alpe NE.VEL. Il paesaggio è nebbioso e suggestivo, l’erba secca e gli abeti sono coperti di brina che – giunti al Passo Branchino (ore 9.50) – sostiamo solo un attimo tirandovi una un’aria gelida. Il sentiero (n 219) scende nella valle, passiamo dalla Casera di Mezzeno (m 1598), per riprendere in salita poco dopo (Cai n. 215), con la benedizione del sole, che trattiene in basso la nebbia. La luce del giorno dà risalto e malinconia al brullo paesaggio: non sembra vero che manchi la neve. Questa appare sul Passo di Mezzeno (m 2142 – ore 11.50), il tratto verso il Passo Laghi Gemelli è innevato, tanto che mandiamo Walter in avanscoperta. Visionata la percorribilità e calzati i ramponi raggiungiamo in noto valico alle ore 12.50. Lungo il sentiero (n. 216) che scende verso Valcanale a tratti indugiamo pigramente al sole… la nebbia ci attese ancor prima di raggiungere le auto (ore 15.00).

Dislivello positivo: m 1480. Distanza percorsa: km 18. Durata escursione: ore 7

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Cime Cunicolo, Vignole e Trentapassi

Punta Cunicolo, Vignole e Trentapassi… andiamo sui monti di casa per un itinerario ai più (di noi) sconosciuto: bello, selvaggio, adatto a escursionisti esperti. Parcheggiamo a Marone (Bs) verso la galleria della vecchia statale sebina. Subito in salita costeggiando il rio Bagnadore. Poi il cartello del Cai ci manda per una acciottolata. Passiamo il B&b “El Giardì”, lì ignoriamo quello d’inizio sentiero n. 264: per esperienza sappiamo che il primo tratto è di non facile identificazione. Continuiamo oltre la “santella” a guardia della sterrata pedemontana per Zone: ci sono le indicazioni. Poi, poche centinaia di metri oltre, prendiamo a sinistra il sentiero che sale deciso, fino ad incontrare quel 264. Si sale sempre! sostiamo un attimo sull’anticima per ammirare la Punta Cunicolo (m1035): sembrerebbe irraggiungibile. Ma il sentiero – tracciato da antica esperienza – con attenti passaggi, si distende (finalmente) sulla guglia calcarea, due ore dopo la nostra partenza. Sosta, contentezza e foto… quindi scendiamo verso il “Forcellino del Gadol”, da dove – andando per creste e selle – superiamo il “Monte Vignole” (m 1095), fino alla meta nostra: la “Corna Trentapassi” (m 1248), ore 3.40 dalla partenza. La cima è molto affollata, d’altronde è una bella giornata, incastonata com’è tra festivi. Per il ritorno decidiamo di percorrere il sentiero che scende a Vello, frazione di Marone, unito a questa da un bel marciapiede e pure sponda del Lago d’Iseo.

Dislivello positivo: m 1300. Distanza percorsa: km 13. Durata escursione: ore 6

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Chignol d’Arale e Cima Menna m 2299

Mercoledì 28 dicembre 2016: tocca al Menna essere la meta dell’ultima escursione di quest’anno… e di vette ne abbiamo raggiunte tante! almeno cinquanta. Siamo a Zorzone – frazione di Oltre il Colle (Bg) – dove parte il sentiero per il bivacco Palazzi M.A.G.A. (ore 8.25) che sarebbe la via più breve per la Cima Menna. Tuttavia, pensiamo di allungarci un pò prendendo (dopo un tratto di strada e al primo segnale) la destra orografica della Val Carnera. Una comoda mulattiera conduce fin presso il casinetto degli “Amici del Menna”, sovrastato da magnifici faggi. Da lì saliamo “fuori sentiero”, tenendo la direzione del monte Chignol d’Arale (m 2068) che raggiungiamo alla spicciolata alle ore 10.30. Dopo una breve sosta scendiamo verso la “Croce di Zorzone” avendo di fronte – imponente e limpido – il Menna (m 2299). Passato il bivacco M.A.G.A. saliamo agevolmente il versante, completamente privo di neve. E, distanziati in piccoli gruppi, siamo in vetta alle ore 11.45. Che sia un inverno caldo lo testimonia (se mai ce ne fosse bisogno), il gruppo di giovani che già stazionano in vetta: alcuni sono in maglietta e calzoncini corti! Imponente la visuale: dal lontano Monte Rosa alla vicinissima Corna Piana e Pizzo Arera. Ci fotografiamo intorno alla nuova croce che da poco sostituisce quella deformata dai fulmini. Poi, ritornando, alcuni di noi scelgono di percorrere la cresta del “Monte d’Arale” anzichè il sentiero per la “Cascina Mattuida”. La discesa risulta bella e avventurosa, anche per dei tratti con erba molto scivolosa: sicuramente per escursionisti esperti! Raggiunto il sentiero sottostante e non orientandoci bene, raggiungiamo Zorzone alle ore 14.45 con l’impressione (nell’ultimo tratto) di aver allungato ulteriormente il già lungo percorso.

Dislivello positivo: m 1435. Distanza percorsa: km 13.5. Durata escursione: ore 6.20

Buon 2017! dai Sempreverdi e dalla Lega Montagna Uisp che per l’intero anno è stata nostra (graditissima) compagna d’avventura.

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Monte Guglielmo m 1949

Spettacolare giornata per la nostra ultima camminata in Guglielmo di questo bel 2016, che ci ha visti su bellissime montagne.

Partiti poco prima delle otto dal cimitero di Zone, abbiamo optato per l’itinerario più lungo, ma fra i più belli: le 13 Piante. Saliti per via Valurbes, a Croce di Zone, abbiamo lasciato la sterrata per il ripido sentiero a dx, riprendendo la strada per malga Aguina più in alto, poi raggiunte le 13 Piante, percorrendo il sentiero di cresta, abbiamo superato punta Caravina, dosso Pedalta e sostato al monumento del Redentore. Per tutto questo tratto, la limpidezza della giornata ci ha regalato un indescrivibile panorama a perdita d’occhio, il lago d’Iseo di intenso blu e sullo sfondo un arco che dagli Appennini a sud, passava per il gigantesco Monte Rosa a ovest, le Orobie e il gruppo dell’Adamello a nord.

Scesi dal sentiero degli Gnomi, rinnovato con molte nuove bellissime sculture in legno, abbiamo terminato allegramente con un buon pranzo alla trattoria Al Reduce.

14,5 km con dislivello di 1400 m in 5 ore.

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Monte Alben m 2010 e Cima Croce m 1978

Bellissimo giro ad anello nella conca dell’Alben in una splendida giornata, uscita invernale che non poteva essere più estiva, non un filo di ghiaccio o neve sul sentiero.

Lasciate le auto al passo di Zambla, abbiamo percorso la sterrata per poco meno di 3 km e al pian della Palla, ci siamo inoltrati a sx nel magnifico bosco di faggi, in questa stagione brullo con un tappeto di fruscianti foglie secche.

Passati da Casina Bianca e passo dei Sappli, si incontra il sentiero 502 dei Martiri di Cornalba, che percorre l’ idilliaca valle chiusa dai lati sud di Alben e Croce.

Alla Baita Sura, abbiamo seguito la traccia a dx raggiungendo la vetta dell’Alben, dove abbiamo fatto colazione al sole, ammirando le alpi dal monte Rosa al trentino.

Da qui, seguendo il sentiero, sotto le creste, siamo arrivati al passo La Forca e proseguendo siamo saliti su cima Croce.

In prossimità del passo, c’è la simpatica e ospitale baita del Gioan, ricavata da una grotta chiusa da porta, munita di barattoli di caffè e altre cose per un simpatico picnic, affidata, sembra con ottimo risultato, alla buona educazione e correttezza degli escursionisti.

Scesi dal passo Forca verso Zambla, abbiamo visitato, con una piccola deviazione a dx la panoramica baita Nembrini e ripreso il sentiero 501/502 siamo tornati alle vetture.

Percorsi circa 17 km con dislivello totale di 1200 m in 6 ore e mezzo.

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CIMA DI LETEN M 2093

CIMA di LETEN, oggi, è la meta della nostra escursione. Partiamo alle ore 8.00 da Parre (Ponte Nossa – Val Seriana) località Campella. Sebbene il percorso sia molto lungo, non tralasciamo di visitare (esternamente) la vicina e bella chiesa della “SS. Trinità”. Quindi prendiamo il sentiero Cai n. 240 che ci porta alla “Baita Forcella” m 1718 (ore 10.25). Tenendo lo stesso sentiero ci abbassiamo verso la “Baita del Fo” e per facili altri saliscendi raggiungiamo “Santa Maria in Leten” m 1765 (ore 11.30 – ore 3.30 dalla partenza). D’istinto saliamo subito verso “Cima Leten” m 2095, ognuno rampando, calibrando le forze rimaste. E, in ordine sparso, siamo in vetta (chi più, chi meno) a mezzogiorno (ore 4.00 dalla partenza). Il panorama, verso la pianura e verso i monti poco innevati, è magicamente dominato dall’Arera, imbiancata lei… come una sorella maggiore. Ritornati a Santa Maria, prendiamo il sentiero Cai n. 242 che scende nella selvaggia “Val Dossana”, sostandovi per dissetarci e per una foto presso la “Beita de Süra” m 1320 (ore 13.55). Poi il sentiero “gioca” ad andar di qua e di là del torrente vella valle, asciutto ma dalle levigate pietre bianche: grandi e piccole, che starebbero bene nel presepio del prossimo Natale. La Valle Dossana è lunghissima! Raggiunta Parre, saliamo ancora un pò verso Campella e sono le 16.10: dopo otto ore siamo alle auto.

Dislivello positivo: m 1700 Distanza percorsa: km 22

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MONTE ZENONE M 1424

30 novembre 2016. Il monte Zenone (nel Parco dell’Alto Garda Bresciano) diventa la meta dell’escursione odierna strada facendo. A Tremosine, presa la (lunga) sterrata per S. Michele, conveniamo che non sia il caso di proseguire verso la base di partenza per il Tremalzo. Troppa la distanza e poche le ore di luce. Dunque, parcheggiamo subito presso il ben visibile tabellone segna itinerario n. 218: confidiamo nell’esperienza della Lega Montagna che conosce questi luoghi. Così, per una strada militare della Guerra 1915/18 saliamo verso “La Cocca” (h 0.40 dalla partenza), dove si dirama il facile sentiero n. 218 bis per il monte Zenone (h 2.00). Quest’ultimo giorno di novembre è fresco, soleggiato e limpidi sono i panorami verso il Lago di Garda, serrato tra le Prealpi bresciane e il maestoso monte Baldo veronese. Dalla sommità del Zenone è visibile una traccia (a nord/ovest) che scende verso il sentiero n. 218. Questo perchè vogliamo raggiungere la “Bocchetta di Nansesa”. La cosa non è troppo difficile. Di nuovo percorriamo un sentiero della Grande Guerra – fatto anche di gallerie nella viva roccia ancora percorribili – ben segnalato da frecce direzionali per la fruizione turistica odierna. Alla Bocchetta arriviamo quasi a mezzogiorno (h. 3.00), giusto il tempo per rifocillarci. Quindi, ritorniamo giù sul sentiero n. 218, retrocedendo un poco fino ad incontrare l’indicazione per “La Cocca”. Per aspri e poi facili sentieri raggiungiamo questa località alle 13.50. Potremmo scendere alle auto ( ore 14.45 – h 6.00 dalla partenza) per la sterrata militare, ma preferiamo le vicine Creste con resti di trincee, con un bel sole in faccia e… sguardi panoramici.

Dislivello positivo: m 1100 circa. Distanza percorsa: km 16

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Laghi di Val di Scala 2100 m

Inconsueta gita in valle Scala con ottimo pranzo all’agriturismo Al Plas, poco sopra l’abitato di Paisco, in valle Camonica.

Dall’agriturismo abbiamo risalito la strada fino al cartello che indica la scorciatoia per il rifugio Torsoleto (sentiero 160B) Che porta alla prima malga a quota 1741 e proseguendo alla seconda Malga di Val di Scala a quota 2014, dalla quale seguendo la medesima traccia, con qualche piccola difficoltà per la neve, siamo arrivati ai laghetti ghiacciati, dai quali si vede uno spettacolo straordinario, a partire dalla cima Plem, Adamello e fino alle montagne bergamasche, il gruppo della presolana.

In questa giornata abbiamo avuto un ospite eccezionale, Enrico, un coraggioso giovane non-vedente, che accompagnato con perizia e generosità dal nostro amico Giordano, è arrivato fino oltre la malga superiore, dimostrando una sorprendente abilità, sul non facile terreno della montagna, oltre a essere una piacevolissima compagnia.

Ritornati all’agriturismo, abbiamo trovato un memorabile ricchissimo pranzo, cucinato dalle mani fatate della signora Lucia, ravioli, grigliata, cinghiale e una strepitosa mostarda di loro fattura, che merita il viaggio.

L’escursione è stata di 10 km in circa 4 ore con dislivello di 800 m.

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Monte Spino m 1488

Camminata molto panoramica il giro delle Marmere col Monte Spino e il rifugio Pirlo allo Spino, che però richiede molta attenzione, per l’esposizione del sentiero, soprattutto in questa stagione, lungo tutto il cammino sulle creste, abbiamo trovato una leggera nevicata.

Siamo partiti dall’agriturismo ai Traversanti sopra Collio di Vobarno, percorrendo la ripida strada coincidente col sentiero n° 9, fino al bivio con il 4 bis, che a sinistra porta sul monte Forametto (1240 m), dal quale camminando in cresta, si scende al buco del Tedesco e all’omonimo passo, per risalire sulla Marmera, ridiscendere al passo del Gatto e con un ultimo sforzo in vetta allo Spino.

Poco prima delle Marmere un gruppo è sceso a destra e ci ha preceduto al rifugio Pirlo, accendendo un bel fuoco e all’arrivo di tutti, un festosissimo e rumoroso brindisi, con una strepitosa torta al cioccolato, opera d’arte di Rosemarie e prosecco di Antonietta, per festeggiare i loro compleanni.

Da qui per la traccia 9, con un lungo saliscendi fra i boschi autunnali, siamo ritornati alle vetture.

Percorsi 17 km co 1630 m di dislivello in 8 ore e 45 minuti.

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