Dopo Schilpario (Bg) e sulla strada del Vivione, lasciata l’auto nei pressi del Rifugio Bagozza, c’incamminiamo che la Val di Scalve è ancora in ombra. Il paesaggio è incomparabile. A est, pini robusti e una barriera di vette aguzze, e nel cielo azzurro (come fosse sua creazione), s’innalza il gran torrione della Bagozza (m 2407). Presto siamo sul vasto piede ghiaioso: tutto è pietra e noi saliamo zigzagando. Ma oggi abbiamo nell’animo il prezzo della disavventura del Pizzo Camino, di otto giorni fa. Grazie a dio il nostro amico è già a casa, convalescente. Tuttavia sotto i piedi sentiamo la montagna fattasi infida, che siamo… prudenza ad ogni passo.
Una ventata di fresco e di luce sale dalla parallela Val Baione giungendo al valico. La sommità è vicina. L’ultimo pendio è erboso e ripido. Presto appare la gran croce e una sconfinata visione: sono le Orobie, che legano (di vetta in vetta) l’Adamello con le Grigne. Vi sostiamo scambiandoci impressioni, silenzi e fotografie.
Dall’alto la Val di Scalve era boscosa, e verde di pascoli a ovest. Ora la percorriamo nella ritrovata serenità, lasciato (con prudenza) il bel cielo della Bagozza.
Dislivello positivo: m 900 – Distanza percorsa: Km 9.5 – Durata escursione: ore 5