Parcellara 44

Pietra Parcellara 836 m e Pietra Perduca 659 m

Oggi, in piccola formazione, siamo usciti dai nostri confini abituali, per la scoperta degli Appennini e la scoperta si è rivelata una vera sorpresa.

Benedetti da una giornata di cielo blu intenso, aria tersa e temperatura mite, ci siamo trovati ad ammirare panorami collinari dolcissimi, lo sguardo spaziava fino alle Alpi innevate, lungo un percorso, che in breve spazio ci ha portato ad attraversare il Trebbia su una lunga passerella pedonale, camminare fra dolci vigneti collinari, attraversare un ombroso bosco e a salire un austero ambiente alpino che siamo abituati a frequentare a ben altre quote.

Partiti da Perino Pc abbiamo attraversato la località Donceto prendendo a un bivio con indicazione sentiero 167 la stradina sterrata a sinistra, discretamente ripida che diventa poi un sentiero ben segnalato, poco dopo le prime roccette un primo balcone panoramico sulla valle. Verso la fine del bosco, ci si imbatte in una nuova segnalazione Cai che indica la via di salita più facile a sinistra e quella da noi scelta, per esperti, a destra, dove dopo pochi passi si apre un prato in salita e la Pietra in tutta la sua maestà.

Il percorso da questo punto è tutto su roccette, ma non presenta punti difficili (1° grado) e in alcuni tratti c’è un cavetto di corrimano, in compenso offre una serie di splendide cartoline, senza contare la compagnia di una simpatica e stranamente domestica capretta, che abbiamo scoperto poi piuttosto interessata alle nostre merendine.

Sul ventoso pulpito roccioso in vetta si trova una croce metallica e vi si domina tutta la val Trebbia. Scesi dalla via facile si arriva all’oratorio della Madonna di Caravaggio, da dove girando a destra troviamo le indicazioni per Pietra Perduca, prendendo un interessante sentiero boschivo, che sfocia in un’ampia sterrata in discesa dove improvvisamente appare questa scura roccia tondeggiante, completamente diversa dalla precedente, con incastonata la chiesetta di Sant’Anna del X secolo.

Questo luogo emana veramente un fascino misterioso a prima vista, ma è salendoci che se ne rimane avviluppati. Chissà chi e quando ha scavato nella roccia le vasche dei Santi e da dove viene l’acqua nella quale vivono i tritoni, che non si esaurisce mai in questo ambiente arido? A onor del vero noi i tritoni non siamo riusciti a vederli, ma un poster sull’edicola alla base ne assicura l’esistenza.

Da qui, abbiamo concluso il giro ad anello, attraversando la franzioncina di Montà, tornando a Perino su una stradina dove ci si potrebbe aspettare di veder uscire da una curva una distinta coppia di due secoli fa su un biroccio.

Percorsi 11,5 km in 5 ore con circa 650 m di dislivello.

Foto

GPS

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