FERRATA TRIDENTINA CIMA PISCIADÙ M.2985
Dal Passo Gardena scendiamo verso Colfosco e al centro del sesto tornante ci immettiamo nell’ampio parcheggio dove lasciamo le auto, per seguire a sinistra il sentiero che in falso piano, in una decina di minuti, ci conduce al primo tratto ferrato. La prima sezione è attrezzata, sia nella parte iniziale che finale, con una serie di staffe metalliche, mentre la parete rocciosa si presenta per lunghi tratti bagnata. Terminato il primo tratto incrociamo il sentiero che scende dal Passo Gardena. Proseguiamo a sinistra per sali e scendi e raggiungiamo l’attacco vero e proprio della ferrata Tridentina dove una targa metallica, posta a m. 2040, ne sancisce l’inizio. La roccia è molto ben frastagliata e permette di scalare la via con il solo ausilio delle prese naturali. Raggiungiamo un traverso che passiamo su dei comodi pioli che porta ad una via di fuga. Proseguiamo sul tratto di ferrata più verticale e impegnativo che risale la Torre Exner. Risaliamo una scala metallica, alcune roccette, aggiriamo uno spallone roccioso e attraversiamo il ponte sospeso che collega la Torre all’ultimo tratto di ferrata e in poco tempo siamo al Rifugio F. Cavazza a m. 2585. Seguiamo il sentiero n°666 che costeggia il Lech di Pisciadù a m. 2564 e transitiamo lungo un tratto del Vallone de Pisciadù. Raggiunta la Val de Tita voltiamo a sinistra lungo la dorsale meridionale per il ripido sentiero che zigzagando sale alla vetta del monte Pisciadù a m 2985. Discendiamo al Rifugio Cavazza, per lo stesso itinerario, dove seguiamo un tratto dell’Alta Via 2 fino al Vallone Setus, un ripido vallone detritico, attrezzato nella parte iniziale, che porta al parcheggio.
Distanza percorsa Km 12 Ascesa D+ m.1150
Durata escursione h. 8,03
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